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Juve, così Giuntoli ha dato i sette giorni a De Laurentiis

Massimiliano Vitez/Ag. Aldo Liverani

Dopo la festa scudetto, il direttore sportivo del Napoli incontrerà il presidente il quale sinora ha fatto melina

Domenica sera parteciperà alla festa scudetto nello stadio Diego Armando Maradona, il giorno dopo Cristiano Giuntoli darà il via all'Operazione Juve. Sotto contratto con De Laurentiis sino al 30 giugno 2024, uno dei maggiori artefici dello straordinario, terzo scudetto partenopeo, dal primo luglio diventerà l'uomo della rifondazione bianconera, avendo chiesto di chiudere con un anno d'anticipo il suo rapporto con il club neocampione d'Italia. Obiezione: e se De Laurentiis non lo libererà? Giuntoli è pronto ad adire le vie legali, sebbene coltivi la speranza di una separazione indolore, stanti gli otto anni di brillante lavoro a Napoli e la stima reciproca con ADL. Anche perché, non essendo stato coinvolto nel dopo Spalletti, il direttore sportivo è più che mai lontano dalla strategia acquisti-cessioni per la sessione estiva 2023 degli azzurri. La Juve ha già pensato al piano B: qualora i tempi dell'arrivo a Torino di Giuntoli si allungassero, sarà Giovanni Manna, direttore sportivo della Next Gen, la sua avanguardia sul mercato bianconero. Oltre alla questione allenatore, Giuntoli sarà chiamato ad affrontare i mancati riscatti di Kulusevski, Arthur, McKennie e Zakaria che torneranno alla base ufficialmente dal primo luglio. I club che li hanno avuti in prestito non assicureranno alla Juve un introito oscillante attorno ai 140 milioni di euro. Una cosa è certa: l'estate torinese di Giuntoli sarà molto intensa.

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