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Juve, l'ultimo Stadium è pieno di amarezza. Gioia solo per il Milan

La squadra di Allegri perde, Giroud qualifica i rossoneri per la Coppa regina. La curva contesta, per tanti l'addio è nero come l'umore di Di Maria e compagni

Di Maria ai saluti, Leao rinnovato

Nelle scelte dei due allenatori c'è libertà piena, non avendo altri impegni se non il finale di campionato. Senza Vlahovic, il tridente bianconero è con Kean, Di Maria e Chiesa, ma in realtà il Fideo è libero di inventare gioco, anche da dietro, mentre Kostic e Cuadrado pungono sulle fasce. I rossoneri hanno Giroud al centro e Leao nei tre dietro. Champions in palio? Sì, no, forse, perché come si sa la stagione della Juve non finirà con l'ultima giornata, ma dopo i processi. Più che annata folcloristica (per usare il termine di Allegri) è un incubo. Tanti ai saluti: da Di Maria a Paredes, mentre il Milan si gode la conferma del suo fuoriclasse portoghese.

Juve-Milan, le sviste e il bomber stagionato

Lo Stadium è pieno, gli obiettivi sono chiari: chiudere in casa in bellezza, poi sarà quel che sarà anche se le parole di Francesco Calvo lasciano poco spazio all'immaginazione dopo il -10 in classifica cementato («Ingiustizia senza proporzione, ma ormai è finita»). E la presenza in tribuna di Antonio Conte suscita mille illazioni. Al 13' il tiro di Cuadrado sveglia i tifosi, Maignan è pronto. Risponde Tonali però in fuorigioco. Non un ritmo infernale, in campo. Difficile per i protagonisti essere "cattivi" sino in fondo. E quando Kean semina il panico, è Di Maria a spedire in cielo in scivolata dal centro. Incredibile, ma vero. Non sbaglia, invece, Giroud: implacabile il francese di testa, su assist di Calabria. E il primo tempo si chiude con il Diavolo avanti 1-0 e lo Stadium che fischia sonoramente.

La Curva urla contro tutti, i saluti amari

Si ricomincia. Gli uomini di Allegri restano, comunque, un po' confusi. E la curva ne ha per tutti: «Noi il teatro non lo vogliamo, pubblico di ..., dirigenza ci senti? La Juve siamo noi...» e via così. Una situazione surreale per i bianconeri. E il Milan, con il compitino, resta in vantaggio. Esce Di Maria subissato di fischi, entrano Milik e Paredes. Per il Fideo è il commiato amaro, amarissimo dal pubblico di casa. Servirebbe una magia di Chiesa per riaccendere la squadra e la gente, ma spesso Fede corre e incoccia sul muro. Bravo Szczesny che ipnotizza Saelemaekers ed impedisce il raddoppio del Milan. C'è spazio anche per Iling Junior che ruba palla a Leao e poi esagera nel tiro altissimo. Locatelli ha grinta e cerca il gol, non è fortunato. Insomma, una serata difficilissima per la Vecchia Signora. Che rischia ancora con la fuga di Leao che spara fuori da buona posizione. Uno stillicidio, una sofferenza: lo Stadium è diviso che tra chi contesta e chi vorrebbe un segnale della squadra per poter festeggiare. Invece... Tanti volti oscuri. E poca fortuna: il gol del pari è un tabù, Danilo prende lo stinco di Kalulu a botta sicura. E si chiude così, con l'abbraccio del Milan in Champions e lo scoramento dei bianconeri. Un incubo senza fine.

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