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Chi è da Juve e chi no: ora le decisioni per ricominciare

Dalla guida tecnica ai giocatori: il club deve ricostruire senza sbagliare le scelte

Non c’è pace e non c’è gloria per questa Juventus e per il suo popolo in una stagione di sofferenza, ansia e delusione. Il sogno della finale di Europa League si spezza al termine di 120 che sono il fedele compendio della stagione, con l’illusione di farcela, le imperdonabili leggerezze, la difficoltà a metterla dentro, la sensazione che tutto debba essere improvvisato nella fase di possesso, che la squadra vada sempre un po’ più piano degli altri e che una parte del talento della rosa vada sprecato. La Juventus ieri ha combattuto (e non sempre era successo quest’anno), ma non può bastare per smussare gli spigoli di una sconfitta simbolica, per la modalità con quale è maturata nel corso delle due gare (la prima soprattutto), per la delusione che scava nel già martoriato umore dei suoi tifosi.

La stagione Juve

Finisce qui la stagione, perché sarà difficile dare un senso alle ultime tre giornate di campionato (più importanti saranno le udienze, le sentenze, i patteggiamenti). Finisce qui un’era e la nuova dirigenza, insediatasi appena quattro mesi fa, ha ora il delicato compito di voltare pagina. Non è tutto sbagliato, ma c’è comunque molto da rifare per rimettere il club sui binari che gli appartengono. Serve un progetto tecnico, un’idea di squadra e di gioco per costruire con la necessaria coerenza. Negli ultimi due anni, la Juventus ha giocato male, aggrappandosi al sacrosanto concetto di concretezza risultatista che ha troppo spesso nascosto limiti più gravi della mera estetica pallonara.

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