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Allegri-Juve, le chiavi del futuro: perché la posizione di Max è più salda

Il tecnico, rimasto a Torino con la febbre, parla dei giovani della Next Gen da allevare e da lanciare, mostrando di avere sposato in pieno filosofia e strategie della nuova società

Se è vero che quella che conta davvero è l’età dell’anima, cioè dello spirito, allora si può tranquillamente affermare o pensare che Allegri sia l’allenatore più giovane della Serie A. Alla faccia dei prossimi 56 anni ad agosto e di essere, da poco, anche nonno del piccolo Filippo. Ciò che lo rende giovane è la sua flessibilità, che da una parte lo aiuta a surfare sui problemi bianconeri di campo e soprattutto extracampo - esatto, la giustizia sportiva e no - e dall’altra di sapersi adattare a ciò che la vita riserva, «non sempre tutto va come si vorrebbe o ci si aspetta, occorre saper accettare ed essere anche un po’ fatalisti. Vero, dopo aver vinto lo scudetto non sono stato confermato dalla Juventus nonostante il contratto ma probabilmente era giusto così, e poi se non fosse accaduto magari non sarei tornato come invece è avvenuto».

Allegri-Juve, l'importanza dei giovani

Così parlò il signor Max nella classica conferenza di vigilia match, si fa per dire classica, visto che non tutti i club fanno parlare l’allenatore 24 ore prima, vedasi per esempio la Lazio di Sarri che oggi sfida proprio la Juventus. In dodici minuti il tecnico livornese risponde alle domande su Vlahovic, Chiesa, la difesa, Sarri, la Lazio, la sua Juventus etc ma, soprattutto, prende il pallino per mettere l’accento su un aspetto che vuole evidenziare. Non a caso. I giovani. O meglio, l’importanza dei giovani nei grandi club, quelli che quando iniziano la stagione non puntano a una parte da spalla ma da attore protagonista. «Per la formazione Barrenechea e Iling non ci saranno, perchè hanno giocato una partita decisiva con la Next Gen. L’altro giorno era importante, la Next Gen è l’unica squadra che può retrocedere ma non può partecipare al campionato di Serie D. Era una partita decisiva, questa gara avrà fatto crescere i ragazzi dal punto di vista mentale. L’altro giorno mi sono fatto tirare fuori delle statistiche di Barcellona e Real Madrid che sono più vicine a noi. Ho visto le presenze di alcuni giocatori del Real, Carvajal ha giocato tantissime partite nella seconda squadra, come altri giocatori. In Italia siamo ancora un pochino indietro su queste cose, serve un’accelerata. Speriamo capiscano per la Primavera, sarebbe un passo importante».

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