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Partnership "sospette", Juve indagata ma è in coda alla lista

Ogni società ha le sue sinergie di mercato: i bianconeri sono dietro alle big italiane per numero di operazioni e volume di milioni scambiati

Una pioggia di milioni

Nel mirino è finita, allora, la quantità di milioni – virtuali o reali – fatta circolare tra i club in questione? Improbabile, anche in questo caso. Le due operazioni bianconere con il Bologna hanno garantito un ammontare di 17,6 milioni totali, le tre con il Cagliari appena 12,5. A fronte, allargando il campo d’indagine, dei 77,6 versati sempre sulla rotta Inter-Genoa o dei 65 sull’asse Milan-Genoa, garantiti dal passaggio da una piazza all’altra dei vari Piatek, Laxalt e Lapadula. O anche dei 57 che hanno viaggiato – sempre tra il 2018 e il 2021 – tra le casse di Napoli e Roma. O, ancora, dei 72,8 che la stessa Juventus ha fatto circolare con il Milan, senza però destare in questo caso dei sospetti.

Questione di sistema

Alla base delle teorie accusatorie può allora esserci il concetto di “sistema”, tanto in voga nelle discussioni di giustizia degli ultimi mesi? Ancora non ci siamo. Le operazioni confezionate dal club bianconero con le sei società partner, infatti, hanno fruttato un ammontare complessivo di 22 operazioni per 177 milioni di euro. Prendendo come parametro il mercato condotto dalle big italiane con le sei società a ognuna più vicine, per quantità e peso dei trasferimenti, la Juventus si ritrova addirittura in fondo alla speciale classifica. Il Napoli ha generato 183,6 milioni con le sue sei partner preferite, il Milan 233, la Roma 235 e l’Inter addirittura 267,3 nelle trattative concluse con Atalanta, Cagliari, Genoa, Parma, Roma e Sassuolo.

Le carte della discordia

Il sospetto, insomma, è che l’inchiesta nata dalla lettura della ridondante parola “plusvalenza” sui giornali non si annidi intorno ai numeri. Ma alle carte rinvenute con accordi tra i club mai depositati in Lega o in Figc, semmai. Documenti però privi di firme e, dunque, di qualsivoglia valore giuridico e non, nella giungla del calciomercato che bozze simili ne genera a centinaia ogni giorno. Documenti, per di più, privi dell’avallo dei fatti, dal momento che nessuno degli accordi sospetti – né per Mandragora, né per Cerri, né per Orsolini – ha poi trovato riscontro nella realtà.

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