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Juve-Dybala, dalla Joya al veleno: c’eravamo tanto amati

Era l’idolo dei tifosi, specialmente dei più piccoli, ora invece spacca a metà l’opinione pubblica bianconera. Domani Dybala-day all'Olimpico: in lacrime l’ultima volta allo Stadium da juventino, poi l’indifferenza. E le frasi dette agli inquirenti hanno ferito tanti cuori

Paulo tradito due volte: dalla Juve e poi dall’Inter di Marotta

Dybala resta molto unito con il gruppo di giocatori: è stato uno di loro ed è rimasto in ottimi rapporti con alcuni all’interno dello spogliatoio juventino. Piuttosto si è creata una frattura con la società, almeno con quella che fino a qualche mese fa guidava la Juventus: del resto il lungo braccio di ferro per il rinnovo ha eroso il rapporto, portandolo ai minimi termini. E alla fine a maggio c’è stato l’addio, con lacrime sincere, anche se per qualche tifoso le parole ai pm hanno sporcato il ricordo di quegli istanti in cui lo Stadium sembrava essersi fermato. Quel pianto a dirotto, gli occhi lucidi, gli applausi non si possono cancellare, ma da quel momento per l’argentino sono cominciate settimane difficili: la Juventus lo aveva abbandonato, in una separazione consumatasi lentamente, mese dopo mese, e da lì a poco sarebbe arrivata un’altra delusione. Perché l’Inter di Beppe Marotta, uno dei suoi principali sostenitori, lo avrebbe lasciato lì, preferendo puntare sul cavallo di ritorno Lukaku: a quel punto Paulo, per rimanere in Italia in un club competitivo, ha dovuto aspettare la chiamata della Roma, andando così a sottoscrivere un contratto a cifre più basse di quelle che avrebbe incassato con un rinnovo bianconero o con un accordo con i nerazzurri.

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