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Plusvalenze Juve, il ricorso: "Questi i motivi per annullare la sentenza"

Esclusivo: abbiamo letto l’articolato documento dei legali bianconeri al Collegio di Garanzia dello sport. Si punta sui vizi di forma e anche su gravi obiezioni sostanziali alla condanna della Caf

Ci hanno spiegato, anche molto di recente, che la giustizia sportiva è più, diciamo, elastica e che siamo dei testoni a insistere con quei rigidi principi giuridici della Giustizia, quella con la g maiuscola. Analizzando il ricorso della Juventus, il Collegio di Garanzia avrà l’onerosa responsabilità di farci capire quanto è sportiva e quanto è Giustizia quella che amministra, motivando in modo credibile e trasparente la sua decisione, qualunque essa sia. Le rimostranze e gli appunti mossi dalla Juventus nel suo ricorso contro la sentenza del -15, infatti, sono gravi per chi giudica in uno Stato di Diritto e dovrebbe farlo nel rispetto delle regole fondamentali, anche quando si tratta di sport. Va bene sportiva, ma che sia comunque e sempre Giustizia.

Il ricorso della Juve: le storture giuridiche della sentenza

Abbiamo letto il ricorso dei legali bianconeri e non sono poche le storture giuridiche della sentenza che ha appioppato 15 punti di penalità alla Juventus: manca una legge per la quale la Juventus è stata condannata; manca un giusto processo, nel quale siano garantiti i diritti minimi a chi si difende; mancano i presupposti per la revocazione, visto che i “fatti nuovi” erano in realtà noti all’epoca della sentenza di assoluzione del maggio ‘22; mancano anche le basi tecniche per l’accusa principale, ovvero quella di aver creato un «sistema fraudolento in partenza». Manca un po’ troppo, insomma, per una sentenza così dura e afflittiva. Manca una legge, dunque. E non è proprio un dettaglio per chi si vede condannato. Perché, spiega il ricorso della Juventus, era stata proprio la Corte d’Appello Federale, quando aveva assolto tutti i deferiti dalla Procura per il “caso plusvalenze” il 27 maggio 2022, a denunciare un’assenza normativa sul tema e la mancanza di «parametri normativamente sanciti» per attribuire un valore ai diritti alle prestazioni sportive di un giocatore, con la conseguente impossibilità di valutare come “rilevanti” in sede disciplinare le plusvalenze generate dalle 15 operazioni di compravendita contestate alla Juventus.

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