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Juventus, Allegri ora fa da scudo. Poi deciderà il futuro

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Il tecnico sta svolgendo un ruolo fondamentale. La proprietà ha fiducia in lui e lo ha messo a capo dell’area tecnica sulla quale verranno fatte le valutazioni a fine stagione

Anche il futuro di Massimiliano Allegri è tutto da scrivere, nonostante la forza di un contratto fino al 2025 che con i bonus sfiora i 10 milioni a stagione. Forse è proprio quello il punto, per una società che deve rivedere i conti e stabilire nuovi parametri: le cifre sono alte, però è anche vero che l’endorsement era arrivato da John Elkann in persona, poche ore dopo l’annuncio della rivoluzione nel Cda. «Massimiliano Allegri rimane il punto di riferimento dell’area sportiva della Juventus: contiamo su di lui e su tutta la squadra per continuare a vincere come hanno dimostrato di saper fare nelle ultime giornate, mantenendo alti i nostri obiettivi sul campo», così si era espresso il numero uno di Exor, indicando nel tecnico livornese non solo la guida tecnica, ma la stella polare di tutta l’area sportiva. E in questo ruolo Allegri ha dimostrato tutte le sue qualità di ammiraglio abituato a navigare nel mare in tempesta senza perdere la rotta. Anche a costo di alzare i toni o di risultare meno simpatico del solito: prova ne sia l’ultima uscita allo Stadium, con un litigio tra il tecnico e un tifoso in tribuna. Tifoso che, è bene sottolinearlo, paga il biglietto e ha tutto il diritto di esprimere opinioni, nel rispetto e nell’educazione necessari, e pure fischiare, se lo ritiene opportuno. Ma il messaggio che Max ha voluto mandare all’ambiente e ai suoi giocatori è chiaro ed è racchiuso nella frase che ha utilizzato per spiegare la scena, ripresa dai cellulari e finita in un lampo in rete: «L’ottanta-novanta per cento della gente ha capito la situazione, poi c’è chi decide di fischiare Kean, Paredes e De Sciglio e questo non va bene, perché era giusto fischiare dopo la sconfitta contro il Monza, ma adesso no».

Allegri, il bunker del gruppo

Di fatto Allegri è diventato lo scudo del gruppo, ora più che mai, attraversando appunto un momento di grande incertezza con l’obbligo di tirare fuori dal cilindro i risultati senza perdere la giusta serenità. Non un parafulmini, quanto piuttosto un bunker sotto il quale ripararsi e isolarsi dal resto mondo: in questo particolare dettaglio, Allegri è cintura nera nella difesa della sua squadra. E non si dica che è una peculiarità di tutti i tecnici: quanti ne abbiamo sentiti scaricare responsabilità e patate bollenti a qualcun altro, calciatori inclusi. Per Max è diverso e di episodi simili a quelli di domenica ce ne sono già stati. Come quando, sempre restando nell’ambito juventino, ha difeso a spada tratta Alvaro Morata in una conferenza stampa diventata in breve un cult, a fine novembre del 2021: «Voglio fare una precisazione. Morata ha fatto una delle migliori partite da inizio stagione. Credo sia stato tra i migliori in campo e questo mi dispiace perché i giudizi vanno dati per l’oggettività. Quindi o non capisco io o ci sono dei pregiudizi. Su Morata c’è un accanimento e non va bene».

Il futuro di Allegri: i conti alla fine

Nel momento sbagliato della Juventus, Allegri è l’uomo giusto: è sartorialmente tagliato per queste situazione, da consumato psicologo e da inso spettabile comunicatore. Ma il futuro? Da scrivere, appunto, come del resto quello di chiunque in un club che non può, al momento, sapere dove e come sarà la sua condizione in estate. Dipenderà senza dubbio dalle questioni extra campo, ma il campo avrà comunque un peso specifico non indifferente: riuscire a vincere un trofeo, in un’annata turbolenta, darebbe alla nuova dirigenza un motivo in più per confermare quanto detto da Elkann due mesi e mezzo fa.

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