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Plusvalenze Juve, tre strade al Collegio di Garanzia: tutto quello che c'è da sapere

Undici domande e risposte sulle mosse del club e sugli scenari possibili a partire dall'ammissibilità del ricorso fino all'inchiesta sulla manovra stipendi

La prossima partita legale della Juventus si giocherà al Collegio di Garanzia del Sport presso il Coni, la corte che viene comunemente detta “la Cassazione dello sport”. Definizione forse un po’ pomposa ma efficace perché il Collegio non entra nel merito delle sentenze, ma solo nella forma. Insomma, nel terzo grado di giudizio della Giustizia Sportiva si analizzano eventuali vizi di forma o procedurali del processo, e il Coni stesso lo indica come «giudice di legittimità». La Juventus ha annunciato di volervi ricorrere e ha trenta giorni di tempo dalla pubblicazione delle motivazioni, che è avvenuta il 30 di gennaio, quindi la documentazione dovrà arrivare al Collegio entro martedì 1° marzo.

Cosa farà, a quel punto, il Collegio di Garanzia?

Stabilirà l’ammissibilità del ricorso e nel caso lo ritenga ammissibile (è molto probabile, se non certo che lo riterrà tale), fisserà una data per l’udienza nella quale esaminerà il ricorso.

Cosa può decidere?

Il Collegio ha facoltà di annullare la sentenza se viziata da errori procedurali o di forma. In quel caso la decisione è inappellabile nell’alveo della Giustizia Sportiva e quindi verrebbero tolti i 15 punti di penalizzazione e le inibizioni ai dirigenti coinvolti. Oppure ha la facoltà di confermare la sentenza, rigettando il ricordo della Juventus e in questo caso la sentenza della Corte d’Appello Federale verrebbe confermata in toto. Esiste poi una terza possibilità, ovvero il rinvio alla Corte d’Appello Federale perché corregga eventuali vizi. In quel caso la Corte dovrebbe riesaminare la sentenza e riscrivere le motivazioni, confermando la condanna o, eventualmente, rimodulando la penalizzazione e le inibizioni dei dirigenti.

In questo momento qual è l’ipotesi più probabile?

È del tutto impossibile fare previsioni. Come hanno spiegato molti avvocati e giuristi, la sentenza della Corte d’Appello Federale ha punti di forza, ma anche punti deboli che consentirebbero l’intervento del Collegio. Lo stesso giudice Piero Sandulli, vicepresidente di una delle sezioni del Collegio, lo ha sottolineato, creando non poco imbarazzo per la tempistica del suo intervento, ma spiegando in modo efficace come consideri la sentenza piuttosto solida, ma nella quale ci sono delle carenze motivazionali sui 15 punti di penalità. Cioè, il giudice Torsello non ha spiegato in modo sufficiente perché è arrivato a definire la penalizzazione in 15 punti, a fronte della richiesta di 9 del procuratore federale Chinè.

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