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Padovano, fine incubo: “Le lacrime e le telefonate di Vialli”

L’emozione dell’ex Juve per l’assoluzione dopo 17 anni: “La notizia mi è arrivata a casa, non ho capito più niente”

 

Padovano: "Grazie Gianluca Vialli"

Incredibile come in un secondo la vita possa trasformarsi da una salita ripida nel ghiaccio a una placida discesa verso il mare caldo e calmo. Un cambio di prospettiva cui Padovano potrà abituarsi solo col tempo: «Se ho dormito la prima notte da innocente? Non molto. Continuavo a svegliarmi. E credo che sarà così ancora per un po’. Devo dire che a 24 ore di distanza sono ancora come stordito, è una sensazione strana». Di fronte a un dramma del genere, durato per tutto questo tempo, c’è stato il tempo per la speranza e la preghiera. E così Padovano vivrà una domenica speciale: «Mia moglie aveva fatto un fioretto dieci anni fa. Per cui domenica saremo a Padova per rendere omaggio a Sant’Antonio e poi andremo in provincia di Ferrara al cimitero dove riposa Bergamini, mio compagno di squadra ai tempi del Cosenza. Il momento più brutto? Ce ne sono stati tanti, in primis l’arresto e il carcere, un trauma. Ma devo dire che non ho vissuto un solo giorno di questi 17 anni in cui sono riuscito a non pensare alla mia vicenda che assumeva contorni ogni volta differenti». Anni in cui gran parte del mondo del calcio gli ha voltato le spalle, ma due persone vuole ringraziarle: «Gianluca Vialli, mio compagno nella Juventus. Un uomo eccezionale. Dal mio arresto ogni settimana chiamava mia moglie per sapere come stavo. Un vero amico. Così come Gianluca Presicci, che giocava con me nel Cosenza e mi è sempre stato vicino».

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