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Juventus, Cabrini: “Battere le avversità, il nostro dna. Il club non cambierà mai proprietà”

L’intervista al grande ex: “L’Italia del pallone è divisa in due: chi ama la Juve e chi la odia. I giocatori non si distraggano, raggiungere l’Europa sarebbe da Juve”

Al di là della penalizzazione, che campionato era quello della Juventus?

«Un campionato discreto con una squadra che uscita dalla Champions ha perso molto del pathos che tutti i tifosi pretendono e vogliono da questa squadra. Un campionato discreto ma non a livello di Juventus. Il Napoli ha dimostrato di essere più forte: gioca meglio e diverte di più il suo pubblico».

Un campionato discreto per errori di mercato o per errori nella gestione tecnica?

«Gli errori si devono esaminare alla fine del campionato, mai prima. Nel Napoli sono arrivati due-tre giocatori che oggi sono decisivi ma che nessuno prima conosceva. Le scelte a volte sembrano azzeccate poi però il campo dice un’altra cosa. Non dimentichiamoci che alla Juventus è mancato all’inizio Pogba, che Di Maria ha giocato praticamente solo il Mondiale. E poi il tifoso juventino è abituata a vederla sempre lassù, con i giocatori migliori...».

Oggi la Juventus ha la forza di sperare nella Champions League...

«I punti di distanza sono tanti. Non devi solo girare a 1000 sempre per tutto il girone di ritorno. Devi sperare anche che qualcuno là davanti possa mollare, sbagliare più di una partita. Sarebbe un grande risultato, qualcosa da Juventus. Ora l’obiettivo della Juventus è di arrivare tra le prime quattro. Anche questo fa parte del nostro Dna, vincere nelle difficoltà continue».

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