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Juventus, Tortorella: "Tutto è ancora aperto e verrà giocato sull’ammissibilità"

L'avvocatessa venerdì ha difeso il Pescara e i componenti del suo Cda: "Colpita dalla requisitoria di Chinè, che non è mai entrato nel merite delle accuse rivolte agli altri club"

L’avvocatessa (e professoressa) Flavia Tortorella ne sa. Parecchio. Si occupa di Giustizia Sportiva dal 2004. Non a caso è stata parte in causa anche in questi importanti – epocali, a questo punto – procedimenti sulle plusvalenze. Nello specifico, ha rappresentato la società Pescara e i membri del suo Consiglio di amministrazione. Agli abruzzesi è andata meglio che ai bianconeri, decisamente, considerando che la Juventus e i suoi tesserati sono stati gli unici incolpati a subire sanzioni dalla Corte federale d’Appello.

Avvocatessa Tortorella, è sorpresa da quanto stabilito della Corte federale d’appello?

«Sono sorpresa che il ricorso sia stato dichiarato ammissibile. Ammissibile per tutte, non solo per la Juve. Ritenevo, conoscendo i procedimenti che si erano già celebrati in precedenza, che vi fossero elementi ostativi all’ingresso nel merito di una questione che era già stata ampiamente dibattuta».

Cosa ha inciso, a suo giudizio?

«Ipotizzo che la Corte abbia ritenuto le eccezioni sollevate sul punto superabili ed abbia quindi inteso rivalutare il materiale probatorio nella sua interezza».

Alla fine ha pagato solo la Juventus. C’è stata disparità di giudizio?

«Quest’ultima valutazione la rimetterei al momento in cui conosceremo le motivazioni che hanno portato la Corte a condannare soltanto una società rispetto a tutte quelle coinvolte. Non dimentichiamoci che il materiale probatorio integrativo riguardava soltanto la Juventus. Per cui, oggettivamente, vi erano diversi elementi incentrati su una singola posizione. Ma, ripeto, bisogna attendere le motivazioni per capire cosa abbia pesato maggiormente. La Corte potrebbe essersi spinta verso una valutazione ad ampio raggio, dirottata su un determinato modus operandi ritenuto incompatibile con le norme sportive in materia di gestione economico finanziaria di un Club».

Lei ha seguito dall’interno tutto il dibattimento: c’è qualche fase in particolare che l’ha colpita? Uno specifico momento in cui ha capito che indirizzo avrebbe preso?

«Non ci sono stati momenti in cui ho avuto una sensazione netta su come potesse concludersi questo procedimento. Sicuramente la requisitoria del Procuratore Federale mi ha colpita: dei 44 minuti concessi, sono stati spesi tutti per sostenere esclusivamente l’accusa contro la Juventus, senza mai entrare nel merito delle singole contestazioni sollevate verso le altre società coinvolte».

Perché?

«È stata una precisa scelta del Procuratore federale. Probabilmente riteneva che quelli fossero gli elementi più forti per convincere la Corte ad una rivalutazione nel merito della questione e ad una valorizzazione degli elementi probatori ulteriori che sono stati posti alla sua attenzione».

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