Il golf e la lezione più importante
«Sì, giocavamo a golf. Ci siamo frequentati tanto anche perché Luca abitava a Londra ma aveva casa qua vicino a me, a Cremona. Quando sapevamo che sarebbe tornato, un po’ tutti noi amici chiedevamo quando sarebbe arrivato per andare a giocare insieme, mangiare qualcosa al golf. Lui era curioso: ti chiedeva mille cose. Di recente abbiamo passato una serata con lui e Prandelli a raccontare aneddoti...».
«Insegnamenti per i giovani? A livello umano, quand’ero un ragazzino appena arrivato alla Juve, mi aveva insegnato ad amare qualunque cosa si faccia. Nel calcio era così, ma nel golf anche, da opinionista pure. Per lui, quale che sia la professione, si lascia tutto sul campo. E poi c’è anche un’altra cosa che mi ha insegnato: puoi cadere, puoi non centrare un obiettivo. Ad esempio penso al Mondiale con la Nazionale, o al suo primo anno alla Juve in cui doveva essere il salvatore della patria e invece ha faticato. Però puoi e devi sempre rialzarti. Ci sono momenti in una carriera in cui le cose possono andare male, ma la voglia di soffrire e lavorare ti fa rialzare se hai forza e coraggio e credi in te stesso. Questo è un grande insegnamento che mi ha dato Luca, sì. Devi avere però poca voglia di cercare alibi, e lavorare duro. Luca ha dimostrato questo sul campo e nella vita».