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Cremonese-Juve, Braida esclusivo: "Allegri il migliore nelle difficoltà"

"Conosco bene la mentalità juventina: ero certo che avrebbero rimontato. E su Carnesecchi: sì, ha struttura e mezzi per ambire a un club di primissima fascia"

TORINO- Ai perduranti infortuni ha dimostrato di saper sopperire nella coda della prima parte di stagione, quando ha inanellato sei vittorie di fila in campionato senza incassare una sola rete. Mentre, tra i venti alimentati dai processi mediatici, è abituata a navigare dalla notte dei tempi. Per questo, mercoledì pomeriggio a Cremona, la Juventus tornerà in campo con l’asticella delle ambizioni collocata alle misure più impervie. Nonostante tutto. «La Juventus è sempre la Juventus, non scherziamo: per mentalità della società e per qualità della rosa – mette subito in chiaro Ariedo Braida, ieri tra gli artefici dei successi di Milan e Barcellona e oggi consulente strategico della Cremonese, l’avversaria che darà ai bianconeri il benvenuto nel 2023 –. È un club che colloco alla stregua del Real Madrid: ha il dovere di vincere sempre, non conosce altra strada».
 
Ariedo Braida, si riparte da Cremonese-Juventus: una cattiva notizia per i grigiorossi, dunque?
 
«Mi rifugio nelle parole di Nereo Rocco, che ricordava sempre come le partite inizino tutte dallo 0-0. E che la sera, al pub, a chi lo stuzzicava con un “Vinca il migliore” alla vigilia di una gara in cui partiva sfavorito, amava rispondere “Speremo de no!”. Battute a parte, i bianconeri stanno risalendo la classifica a grandi falcate: speriamo riprendano la loro marcia dalla partita successiva e non da mercoledì!».
 
Anche lei, come molti, è rimasto sorpreso dalla crescita autunnale della Juventus a margine di uno dei momenti più delicati della storia recente dei bianconeri?
 
«Conosco praticamente tutti i giocatori in organico, conosco la forza della società, conosco le qualità di Allegri: non dubitavo, sinceramente, che sarebbe tornata a dire la sua nelle zone nobili della classifica».
 
A proposito di Allegri: è l’uomo giusto al posto giusto, a maggior ragione dopo la tempesta delle vicende extra-campo che si è abbattuta sul gruppo?
 
«Il suo pragmatismo in questo momento è prezioso, si tratta di un tecnico che vive per il risultato. Sono affascinato da chi parla del calcio come poesia e pone l’accento sull’importanza della strada da percorrere, ma la realtà è che questo è un mondo in cui ci si ricorda soltanto di chi vince, in cui il risultato determina ogni giudizio».

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