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L'avvocato Chiacchio: “Differire gli stipendi è una trattativa lecita e diffusa"

L’opinione tecnica del grande esperto: “La Procura per le plusvalenze chiese ammende, non punti”

TORINO - Con la Juventus al centro della tromba d’aria in cui sono volate come proiettili le intercettazioni selezionate dalla Procura della Repubblica per richiedere le misure cautelari, tutte respinte dal Gip e per le quali non è stato avanzato appello al tribunale del riesame dai pm stessi, non è così facile provare a trattare l’argomento, di per sè complesso, articolato e ipertecnico, visto che molto si basa sulla congruità dei bilanci presentati. Dunque l’operazione più saggia è quella di interpellare un esperto del settore, che abbia non solo le competenze specifiche ma anche una memoria storica significativa. La scelta dunque cade quasi naturalmente sull’avvocato napoletano Eduardo Chiacchio, 66 anni, da 40 anni impegnato nel diritto sportivo e da una ventina nei processi per illeciti amministrativi. Ex attaccante in Serie C della Frattese, è uno dei massimi conoscitori della materia per cui le sue riflessioni hanno un peso specifico importante.

Avvocato Eduardo Chiacchio, cominciamo dal perimetro temporale della vicenda sportiva a livello giudiziario. Quanto tempo ha la Procura federale per decidere come operare?

«Esiste un tempo ma dipende anche dalle necessità che consentono di istruire al meglio il procedimento chiedendo una proroga alla Procura generale dello sport al Coni. Non si può programmare all’inizio di una investigazione federale quanto tempo sarà necessario per notificare la conclusione delle indagini. Dopo questa, la parte indagata può svolgere attività difensiva, essere ascoltata oppure produrre memorie. A quel punto la Procura opera una nuova valutazione processuale: quindi deferire oppure archiviare. Anche se il mancato deferimento in centinaia di casi che ho seguito non si è quasi mai verificato. Io credo che il procedimento verrà celebrato sicuramente prima della fine della stagione in corso o dell’inizio della prossima».

In base a ciò che si sa, il problema che emerge è il bilancio 2020 in cui la manovra stipendi non sarebbe stata riportata in maniera corretta, ovvero caricando per intero il costo del risparmio che si sarebbe invece configurato completamente con gli esercizi successivi in base all’accordo con i giocatori per la riduzione degli stipendi. Ora come farà la giustizia sportiva a prendere una decisione se la giustizia ordinaria sulla correttezza del bilancio si esprimerà non prima del prossimo autunno?

«La giustizia sportiva non può preoccuparsi di ciò che avviene in ambito di quella ordinaria. In molti casi, come difensore, ho affrontato processi di illeciti amministrativi che poi in via penale hanno avuto una sentenza tanti anni dopo rispetto a quella sportiva. Se si dovesse aspettare la giustizia ordinaria i campionati non potrebbero partire».

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