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Juve, le ragioni in mezzo alla tempesta

Il Gip è cauto sul quadro accusatorio: "Plusvalenze, una prassi del calcio”. Il giudice delle indagini preliminari ricorda che gli indagati sono incensurati e che la manovra stipendi è nata per una ragione specifica: le difficoltà da Covid

Lo stesso Gip ha però molte perplessità sull’illegalità delle plusvalenze alla luce della giurisprudenza (le due sentenze delle procura federale in cui la Juventus, altri 10 club e 59 dirigenti sono stati assolti ma anche quella del Gup di Milano - e quindi della giustizia ordinaria - che nel 2008 ha prosciolto Inter, Milan, Ghelfi e Galliani): Morello cita la sentenza della Suprema Corte in cui si evince che il reato sussiste quando c’è il dolo e sottolinea come «se corrispondesse al vero che la modalità di contabilizzazone delle plusvalenze adottate dalla Juve è una modalità contabile adottata dalla costante prassi internazionale dell’industria del calcio, laddove i medesimi criteri sono adottati da tutte le società calcistiche, sia nazionali che europee - affermazione che necessiterebbe di un accurato approfondimento - potrebbero profilarsi dei dubbi relativi alla sussistenza del dolo». In sintesi, essendo una pratica diffusa, la Juventus avrebbe agito non in malafede e verrebbe quindi a mancare il dolo e a decadere l’ipotesi di reato.

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