Cambio di filosofia?
E questo porta al progetto sportivo che accompagna la nascita della nuova Juventus e che, secondo precise indicazioni della proprietà, non deve ridimensionare in alcun modo le ambizioni. Si potrebbe dire che la Juventus non cambia uno dei suoi slogan secondo il quale vincere è l'unica cosa che conta e la ragione non è solo di tifo, ma anche economica: il piano finanziario non può prescindere dal fatto di avere un club vincente (che quindi incassa i premi sportivi e che ha un appeal commerciale più forte). Chi pensa a una Juventus dimessa nei prossimi anni, quindi, sbaglia. La Juventus non vuole rinunciare a lottare per il dominio del calcio italiano e tornare ai vertici di quello europeo. Lo farà riprendendo la filosofia della prima parte della gestione di Andrea Agnelli: scommettere su giocatori meno conosciuti (i Vidal o i Pogba) per creare una base solida sulla quale aggiungere campioni (i Tevez o i Dybala) senza colpi esagerati alla Higuain o alla Ronaldo. Il tutto con l'inserimento nella rosa di almeno due o tre giocatori della seconda squadra all'anno, per aumentare il senso di appartenenza e tenere il livello del monte ingaggi sotto controllo (un paio di Fagioli e Miretti a stagione, per intendersi).