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Juve, perché si sono dimessi tutti? Cosa è successo nel CdA di lunedì

Marilungo ha aperto la spaccatura nel Consiglio d'Amministrazione. E c'era il rischio di un commissario

Il rischio commissariamento

Ma c’era un’altra ragione che spingeva verso le dimissioni totali del CdA: il rischio di un commissariamento della società da parte della Procura di Torino. I pm che hanno indagato sui bilanci della Juventus, infatti, sono particolarmente agguerriti e dopo aver richiesto, senza ottenerli, gli arresti domiciliari di Andrea Agnelli, potevano in teoria chiedere il commissariamento della Juventus. Un rischio che Elkann e Agnelli non volevano correre e che hanno scongiurato creando la discontinuità fra la dirigenza sotto accusa e la nuova. La Juventus, in questo modo, è salva (anche se potrebbe essere costretta a pagare delle multe qualora venisse riconosciuto il falso in bilancio) e Andrea Agnelli con gli altri indagati affronteranno parallelamente al club le vicende giudiziarie. Dunque era difficile, arrivati al punto di lunedì, evitare le dimissioni collettive. Solo un’intesa all’interno del Consiglio avrebbe potuto rinviare la decisione, che comunque ribolliva da un po’ di tempo proprio per fare fronte all’eventuale ulteriore offensiva della magistratura. Ora i tempi del giudizio saranno lunghi (a dicembre possibile rinvio a giudizio e processo forse in primavera), ma c’è chi dice che se finisse bene, non è detto che ci sia un ritorno di Andrea alla guida del club.

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