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Champions, la Coppa proibita per la Juventus: Dna, avversari, arbitri o sfortuna?

AG ALDO LIVERANI SAS

Il club bianconero è quinto in tutte le classifiche storiche della Champions. Il problema non è il Dna europeo, ma le finali. E ognuna ha una storia diversa

La tesi di Amoruso

Di recente, per esempio, c’è stata una ricostruzione di Nicola Amoroso che ha accennato alla «pancia piena» con cui erano state affrontate le finali ‘97 e ‘98, ovvero dopo aver già vinto il campionato. Possibile che di fronte a una Coppa scemi l’appetito? È molto strano ipotizzarlo, tuttavia, non si può non notare che sei di quelle sette finali, la Juventus le ha perse dopo aver vinto il titolo italiano. Un caso o la tesi Amoroso ha un fondamento? Anche perché le due coppe vinte, nel 1985 e nel 1996, sono state alzate in annate senza scudetto.  Oppure è un problema psicologico quello della Juventus in finale? Una specie blocco storico? È un’ipotesi, per carità, ma perché una finale persa nel 1973 da Causio, Anastasi e Altafini dovrebbe influenzare Dybala, Pjanic e Mandzukic nel 2017? In realtà un meccanismo può esserci: i giocatori cambiano, l’ambiente no. E quando l’idea che la Juventus abbia una sorte di maledizione delle finali ha iniziato a prendere corpo, i tifosi, i dirigenti e i media hanno sempre generato una certa “ansia da finale” che in qualche modo può aver condizionato i giocatori.

Il fattore... C

Temere una partita è come aver iniziato a perderla e quindi questo fattore va preso in considerazione.  Il resto può anche essere annoverato alla voce sfortuna. Sì, non è un analisi scientifica, ma è innegabile che il famigerato “fattore C” incida spesso profondamente in uno sport come il calcio. D’altronde, il Benfica, che di finali ne ha perse cinque, dà la colpa a Béla Guttmann, allenatore ungherese che, licenziato dal club, lanciò l’anatema della Coppa Campioni, mai più vinta dal club di Lisbona. Leggende metropolitane di questo genere sono forse ancora meno concrete del concetto di Dna europeo, ma per spiegare il più grande mistero juventino di sempre c’è pure chi si spinge nell’esoterismo calcistico inventandosi i Guttmann bianconeri. Forse, tuttavia, prima della prossima finale avrebbe più concretamente senso che la Juventus e il suo popolo si ricordassero di essere una potenza europea, nonostante il palmares. 

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