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Pimenta: Pogba, responsabilità Juve e la sfortuna da battere

L'agente ricorda il suo socio Mino Raiola. Dall'agenzia alla gestione dei campioni fino alla stella Erling Haaland: ecco le sue parole

Rafaela Pimenta sul ruolo dell'agente di calcio

Sulle difficoltà riscontrate nel ricoprire questo ruolo, per lo più maschile, ammette: "Oggi non ho più quel problema, ma quando abbiamo iniziato ce l'avevo. Io e Mino eravamo una piccolissima agenzia. Veniva dall'Olanda e io dal Brasile. Ho vissuto tanti problemi, ma oggi devo dire che tutti mi rispettano. Abbiamo un gruppo di lavoro molto forte da molti anni. Non abbiamo smesso di lavorare durante tutto questo tempo. Abbiamo una squadra di scouting. Incorporeremo altra gente. C'è anche un team di social network e media che lavora 24 ore al giorno. I tempi sono diversi in Brasile o in Cina. Devi aspettare le foto, parlare con il giocatore, sapere cosa vuole scrivere, e tutto ciò richiede tempo. Siamo collegati tutto il giorno per telefono. Inoltre, abbiamo importanti avvocati, commercialisti, nutrizionisti, ma questi sono fornitori di servizi, cioè li abbiamo a seconda di dove si trovano i giocatori". Sul confronto tra Mino Raiola e la FIFA per la modifica del regolamento per gli agenti commenta: "Abbiamo creato l'Associazione degli Agenti a Monaco. Sono una dei fondatori. Le idee che aveva Mino le porto avanti io. Abbiamo modi diversi di esprimerci. Siamo stati insieme per 23 anni e non abbiamo mai litigato. Sono un avvocato e per me la legge è molto importante. Il calcio ha bisogno di un regolamento per funzionare. In caso contrario sarebbe il caos. La regolamentazione deve essere fatta dagli operatori del mercato. Per me è molto difficile per le persone che non conoscono la nostra realtà, che non vivono alla giornata, poter giudicare cosa è giusto e cosa è sbagliato. Non perché non ne abbiano la capacità, ma piuttosto perché ignorano il rapporto tra club, giocatori e procuratori".

Rafaela Pimenta e l'eredità di Mino Raiola

Dalla morte di Mino Raiola, Rafaela Pimenta ha preso il pieno controllo dell'agenzia: "Tanta responsabilità, ma anche quando si parla di giocatori che nessuno conosce e non solo per quelli importanti. Per noi, qualsiasi giocatore che voglia lavorare con la nostra agenzia è una responsabilità. Per me non è molto importante che un giocatore abbia tanti titoli, che abbia tanto valore o che stia facendo male. Sono clienti che hanno deciso di affidarci la gestione di qualcosa per loro molto importante e non possiamo deluderli. È la sua carriera e il suo sogno. Ecco perché dobbiamo affrontare la nostra responsabilità come merita. Se lo facciamo male, stiamo facendo molti danni. Mi fa molto piacere quando un giocatore sta facendo molto bene ed è molto importante, ma anche quando ogni calciatore, nei limiti delle sue potenzialità, raggiunge il massimo".

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