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Brasile, Tite a casa Juve: “Ecco perché avevo sottovaluto Bremer”

A tu per tu con il commissario tecnico del Brasile, da ieri in ritiro alla Continassa in vista del Mondiale al via domenica

Lei sa benissimo come si battono gli squadroni europei: alla guida del Corinthians avete piegato il Chelsea nel 2012 in finale del Mondiale per club. È più semplice battere un’europea guidando un club o una Nazionale?
 
«Sono due tipi di processi diversi e dobbiamo stare molto attenti ai confronti. La vita quotidiana del club ti offre un contatto giornaliero con il giocatore, più tempo di allenamento e più partite. In Nazionale abbiamo i giocatori per 10 giorni per giocare 2 partite e con l’attenzione di recuperarli dopo le partite giocate con i club e il viaggio e poi allenarli e andare alla partita. Sono realtà molto diverse».
 
Gli affari di casa Bacchi sono sempre nelle mani di Rosmari, la sua signora? Continuate a riunirvi una volta al mese per analizzare gli investimenti della famiglia?
 

«Chi si occupa di tutte le faccende domestiche è mia moglie. Sono totalmente concentrato sul calcio. Preferisco dire che mia moglie, mia figlia, mio figlio e i miei nipoti sono il mio porto sicuro, il luogo dove mi sento bene, mi sento felice e mi ricarico quando sono nervoso o ansioso».
 
Una delle sue conquiste più grandi è stato dare al Brasile una forza incredibile anche in difesa: far gol alla VerdeAmarela è difficilissimo. Maggior solidità difensiva a scapito magari di una superiore potenza in attacco. In Brasile l’avevano soprannominata, ironizzando, “O rei do 1-0”. Le ha mai pesato questo soprannome?
 
«Preferisco attenermi al campo e alle idee calcistiche delle mie squadre. Come dicevo prima, oggi si cerca l’equilibrio con coerenza difensiva, ma sfruttando tutta la potenza offensiva di una generazione di giovani emersa dopo la Copa América. Questi giovani hanno le loro responsabilità in campo, ma in attacco voglio che si divertano, creino, palleggino e vadano in gol».
 
Dopo aver vinto il Brasilerao 2015 con il Corinthians chiese “il bicchiere più grande a disposizione. E pieno di caipirinha”. In caso di vittoria Mundial è pronto a scolarsene una caraffa?
 
(Ride di gusto, prima di rispondere) «In caso di vittoria, puoi chiedermi quello che vuoi!».

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