VERONA - Più trenta che novanta. No, Massimiliano Allegri non dà i numeri. Scandisce le tappe che conducono al pieno recupero di Angel Di Maria, semmai. Ai box in campionato addirittura da settembre, infatti, l'argentino è tornato a fare capolino in Serie A nell'ultimo spezzone del successo contro l'Inter. Soltanto 9 minuti, comunque un segnale. Per questo, però, alla vigilia di Verona il tecnico bianconero era stato cauto: ha mezz'oretta nelle gambe, più trenta che novanta, appunto, intesi come i minuti di autonomia.
La Juve, ma anche l'Argentina
Al Bentegodi, allora, spazio al tandem pesante Milik-Kean, con Di Maria ma anche Soulé e Miretti pronti a subentrare in corso d'opera per dare vivacità e imprevedibilità alla squadra, mutando magari l'atteso 3-5-2 iniziale in un 3-5-1-1. Così l'ex Psg potrà aumentare il proprio minutaggio, salendo a oltre metà frazione. Per dare una mano ai suoi e per vedere l'effetto che fa. Certo, anche in ottica Mondiali con l'Argentina.
Non può essere al top
Il Fideo al Qatar pensa eccome, ma prima di concentrarsi su quel fronte ha una missione da portare a termine. Quella di tornare protagonista nella Juventus e contribuire in maniera concreta ad allungare da quattro a sei le vittorie di fila in Serie A. Con uno spezzone di fronte all'Hellas e poi chissà, dato che domenica all'Allianz arriverà la Lazio di Sarri. Visti gli impegni ravvicinati, è verosimile che Di Maria venga gestito con attenzione per evitare quei contraccolpi che stanno danno invece fastidio a Chiesa in questi giorni. Dunque per lui si profila un'altra gara, l'ultima dell'anno in bianconero, ancora da subentrante. Ma una risposta certa la potranno dare solo i suoi muscoli dopo la sfida del Bentegodi.