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Esclusiva con Rafaela Pimenta: “Pogba è uscito dall’incubo. Trascinerà la Juve”

Dal centrocampista francese ad Haaland, la grande agente si racconta: “Io e Mino, affari e tante risate. Perché Paul non si è operato al ginocchio? Credeva di tornare prima con la terapia conservativa"


Parliamo di un altro grande vostro assistito: Ibrahimovic. Cosa farà da grande?

«Secondo me non lo sa ancora nemmeno lui, perché è ancora un grande giocatore e pensa ancora da calciatore. Uno come lui può fare di tutto».

Perché De Ligt parla male della Juventus?

«Io non sono convinta che lui parli male della Juventus, io credo che Mathjis fa tanta autoanalisi e fa tanta autocritica. Quando ho conosciuto Mathjis, aveva 18 anni e non aveva una carta di credito e un portafoglio, in compenso aveva sempre con sé un libro, leggeva voracemente le biografie. Lui pensa sempre al calcio e ripensa a quello che fa. Quindi credo che non stia parlando male della Juventus, club nel quale si è trovato benissimo, ma faccia una analisi di cosa è andato storto negli ultimi anni e lo esprima senza filtri come fa lui, che è una ragazzo molto trasparente. Bisognerebbe capire che tipo di domande gli vengono poste, alcune forse sono un po’ maliziose. Quando era alla Juventus non mi ha mai parlato male del club».

Donnarumma tornerà in Italia prima o poi?

«Io so che a Parigi le cose vanno bene e Gigio si trova magnificamente, ma il futuro non lo conosce nessuno».

Gravenberch è il nuovo Pogba?

«È un paragone che fanno spesso, spero per lui ovviamente. Forse non sono proprio lo stesso tipo di giocatore, ma io mi auguro che abbiano lo stesso percorso. Ha grande talento».

Dumfries sta emergendo alla grande nell’Inter.

«Professionista esemplare, vuole emergere, vuole giocare. Si programma gli obiettivi e li raggiunge: mi piace tantissimo come giocatore e mi piace la sua attitudine concreta e positiva»

Kean invece fatica un po’.

«È un ragazzo, è emerso a sedici anni, ha guadagnato tanti soldi e può averlo confuso, ma ha talento ed è bravo. Alla Juventus tutti concordano sul fatto che è un professionista, non gli rimproverano comportamenti sbagliati. È un ragazzo che adesso ti chiede solo di giocare. A volte ci si dimentica che è un 2000, ma perché ha iniziato presto. Adesso sta diventando un adulto, glielo dico sempre»

Pinamonti sembra aver trovato la strada giusta.

«Mi è piaciuto come ha affrontato quest’estate, Gli ho chiesto: qual è la tua ambizione? E lui non mi ha detto: voglio andare in Premier, ma mi ha detto: “Voglio andare in una squadra che mi vuole veramente e quindi che mi faccia giocare. io ho bisogno di giocare e dimostrare quello che valgo”. Era felice quando abbiamo chiuso con il Sassuolo, aveva un sorriso solare, perché sapeva che lì avrebbe avuto spazio. È un ragazzo molto saggio».

I social hanno cambiato in meglio o in peggio il suo lavoro?

«Mino li odiava, io non li amo, ma so che non possiamo prescindere dalla loro esistenza. Noi abbiamo una ragazza dedicata a leggere tutto quello che viene scritto sui social dei nostri giocatori. Purtroppo sui social media la notizia viene trattata senza cura e professionalità. Può succedere che un allenatore in una conferenza stampa un allenatore faccia un ragionamento di tre minuti, qualche scemo su Twitter lo taglia e ne fa una frase di 15 secondi stravolgendone il significato. Quel video lo vede un amico del calciatore che lo manda alla nonna del calciatore che lo manda alla fidanzata che chiama il giocatore, un’ora prima di una partita, dicendogli: “Guarda che l’allenatore parla di te, c’è un video”. Ecco il nostro mestiere è prevenire queste cose, facendo in modo di avere tutto sotto controllo, verificando ciò che circola sui social e tranquillizzando i giocatori».

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