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Juve, Yildiz ha messo le ali: ecco il suo mondo, dai videogame al mito NBA Curry

Effetto derby: Montero lo aspetta anche in Youth League. Oggi la sfida al Maccabi col turco tra i protagonisti

TORINO - Martedì scorso, con la freschezza dei suoi 17 anni soltanto, ha esordito nell'Under 21 della Turchia. Sabato, quattro giorni più tardi, con la sfrontatezza di quelli che sono inesorabilmente rimasti 17enni, ha deciso con una doppietta da subentrato la gara della Juventus Under 19. E che gara: il derby della Mole contro il Torino. Di più, nell'occasione: la sfida tra prima e seconda del campionato Primavera 1, con tanto di sorpasso bianconero in vetta alla classifica. Per quasi chiunque altro, su per giù, sarebbe stata una delle settimane più incredibili della carriera. Per quasi chiunque altro, ma non per Kenan Yildiz. Talento che ormai ha una certa confidenza con lo straordinario, al punto da averlo fatto diventare una piacevole routine.

Tutti pazzi per Yildiz, il talento che la Juve ha soffiato a mezza Europa

L'eccezione, nella sua ancora albeggiante carriera, affonda le radici fino all'infanzia. La chiamata del Bayern Monaco a soli 7 anni, il primo contratto con Adidas firmato a 10, record di precocità commerciale ancora oggi senza pari nel mondo del calcio. E così via, fino all'esordio della scorsa settimana in Under 21, in mezzo a coetanei solo per pensiero e linguaggio con il pallone tra i piedi, perché la carta d'identità assegna invece loro un lustro in più rispetto al rifinitore della Juventus. Già, la Juventus: il club che in estate lo ha voluto con maggior convinzione, dopo i vani tentativi dei bavaresi di rinnovarne il contratto. Ci ha provato il Barcellona, ci ha pensato il Psg. Ma lo hanno strappato alla folta concorrenza i bianconeri, che l'hanno blindato fino al 2025 e l'hanno subito messo a disposizione di un'istituzione come Montero, nel frattempo insediatosi come allenatore dell'Under 19.

Yildiz alla corte di Allegri?

L'analoga selezione in cui militava in Germania, dopo che lo scorso anno il Bayern aveva inizialmente optato per schierarlo in Under 17. Risultato? Quattro gol e cinque assist in sette presenze, a proposito di precocità e di eccezionalità, con annessa l'immediata promozione al piano di sopra. Alla Continassa non vogliono fare il passo più lungo della gamba, anche se il turco nato in Germania si è già anche allenato agli ordini di Allegri con la prima squadra: per ora lavora sodo in Under 19, la cui missione questo pomeriggio è quella di battere il Maccabi Haifa (ore 14, a Vinovo) per proseguire la rincorsa al passaggio del turno in Youth League. Yildiz, in campionato, ha già illuminato la scena: nel primo posto in classifica c'è anche la sua firma, cesellata con quattro reti e due assist in sei gare. Ma ora è arrivato il momento di risplendere anche in Europa, rigorosamente di fronte ad avversari di uno o due anni più esperti di lui, per dimostrare di valere palcoscenici sempre più prestigiosi. Come la Juventus Next Gen di Brambilla, certo, sbocco naturale per cui è lecito chiedersi quando e non se, ma non soltanto. "Kenan sta dimostrando che il futuro è suo – ha spiegato Montero sabato, a margine della clamorosa rimonta sul Torino da 3-1 a 3-4, grazie anche e soprattutto all'ingresso in campo del trequartista turco che la Federcalcio tedesca continua a reclamare per sé –. L'importante, ora, è aiutarlo a fargli mantenere i piedi per terra: lavorare, lavorare e lavorare. Con la giusta applicazione e con le evidenti qualità di cui dispone è ovvio che possa arrivare fino alla prima squadra".

Yildiz tra campo e passioni

Un’investitura importante per Yildiz, che dalla sua può vantare un fisico già strutturato a dispetto dell’età e una cultura del lavoro che lo vuole sempre in prima fila durante gli allenamenti. In campo il suo sguardo è perennemente concentrato, con un timido sorriso che si disegna semmai sul volto durante le (tante) esultanze, fuori il suo mood è sempre posato. Si concede qualche sfida online con i videogiochi automobilistici, ama l’adrenalina e lo spettacolo della NBA e, in particolare, del suo idolo Steph Curry. Un ragazzo umile, mai sopra le righe. Un ragazzo come tanti. Almeno fino a quando non accarezza il pallone con i piedi.

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