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Allegri, devi fare di più

No, così non può andare bene, così non deve andare la Juventus, le cui potenzialità possono esprimere un calcio molto migliore di quanto visto ieri pomeriggio. E se un sano pragmatismo è fondamentale per gli scudetti, è comunque pericoloso per i bianconeri accontentarsi di un pareggio in una partita che si poteva vincere, vista la qualità della rosa a disposizione di Massimiliano Allegri.
A cosa serve, per esempio, aver preso un regista se poi non ci sono attori che si muovono sulla scena? L’argentino, subito buttato nella mischia, dà l’impressione di avere piedi e idee, ma davanti a lui non si aprono linee di passaggio per lo scarso movimento dei compagni. È davvero il caso di incentrare l’analisi della partita sul gol sbagliato dallo sciagurato (e sempre più disordinato) McKennie? È vero, se l’avesse buttata dentro, portando la Juventus sul 2-0, la partita sarebbe probabilmente finita, ma non è più importante capire il perché, da quel momento in poi, la Juventus non ha più avuto mezza occasione per segnare?

La Juventus di questa stagione ha 4 punti in più dell’anno passato, quando ne contava già dieci di distacco dalla prima, appare più solida in difesa e più squadra nel suo complesso, ma resta sempre la sensazione che non esprima tutto il suo potenziale. Non è una questione estetica (per quanto ieri la Juventus sia stata oggettivamente brutta da vedere), piuttosto di efficacia e durata. Ci sono stati momenti in questa stagione in cui la Juventus ha dominato l’avversario - vedi la capolista Roma presa a pallate per 45’ allo Stadium - ma: 1. in quei momenti la Juventus non riesce a concretizzare abbastanza; 2. quei momenti non durano mai più di un tempo, a volte pure meno (ieri una mezzoretta scarsa, per esempio).

Eppure in quei momenti si intravede cosa può essere la Juventus, anche senza Pogba e Chiesa. Una squadra perfettamente in grado di vincere questo campionato che, va detto, rende a tutti la vita difficile: nessuna delle squadre di testa ha giocato cinque partite convincenti, tutte hanno almeno un paio di problemi o incognite. Si pensava che il Napoli fosse inarrestabile, ma ha frenato con due pareggi prima di tornare a vincere ieri. L’Inter ne ha perse due delle ultime tre. Il Milan, che certamente appare come il progetto più solido, non ha convinto con il Sassuolo ed è andato in difficoltà contro l’Atalanta. La Roma corre, ma quel primo tempo di Torino aveva fatto vergognare perfino Mourinho.

È una stagione strana adesso, figuriamoci quando ci si avvicinerà al Mondiale e quando si riprenderà dopo. Insomma, se l’anno scorso, dopo la quinta, la stagione della Juventus aveva preso una pessima piega e sembrava in qualche modo segnata, quest’anno la situazione è ancora tutta aperta. E la Juventus, oltre al fuoriclasse Di Maria (anche se ieri un po’ moscio in fase di non possesso), si trova con due centravanti di eccellente valore (era tanto che i bianconeri non avevano uno con il senso del gol di Milik), con il regista della nazionale argentina, con la fresca intelligenza calcistica di Miretti, la granitica affidabilità di Bremer e Danilo. Va un po’ lucidato Locatelli (in involuzione) e va forse trovata un utilizzo diverso per Cuadrado in parabola discendente dalla scorsa stagione. Ma questa Juventus sembra più forte di quanto mostra. Si può e si deve fare di più. Anche nella comunicazione, che una volta era il punto di forza di Allegri e adesso, con qualche supercazzola di troppo, presta facilmente il fianco ai più biechi fra i No-Max, uno schieramento che nelle sue frange più estreme vive di pregiudizi e anche di qualche bufala. Questa non è un’attenuante, semmai uno stimolo per Allegri, che adesso deve fare uno scatto.

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