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Juve, resta il futuro: ora tocca a Miretti

Danilo Vigo/LMedia AG ALDO LIVERANI SAS

Brillante nelle prime da titolare con Venezia e Genoa, in panchina in Coppa Italia. Per il diciottenne Lazio e Fiorentina sono test importanti e occasioni di crescita

Non c’è più un presente, per la Juventus: si è chiuso mercoledì al triplice fischio di Valeri assieme alla finale di Coppa Italia persa contro l’Inter. Con il quarto posto già aritmetico (e un poco più che simbolico terzo quasi fuori portata, visto che al Napoli bastano 2 punti per conservarlo), le due partite contro Lazio e Fiorentina possono essere l’ultima appendice del passato o un antipasto del futuro. Lo strascico poco significativo di una stagione poco soddisfacente, se non per l’andamento in crescendo che ha portato la squadra di Massimiliano Allegri a centrare la qualificazione alla Champions senza i rischi dello scorso anno, oppure il riscaldamento per la prossima annata, che invece dovrà essere soddisfacente eccome, dando così un senso anche a quella che si sta chiudendo.

Futuro in questo momento alla Juventus fa rima con Fabio Miretti. Non solo, è bene precisare, perché c’è anche un Nicolò Fagioli che è stato tra i trascinatori della Cremonese promossa in Serie A, ci sono i ragazzi della Under 23 di Lamberto Zauli (tra i quali era e in determinate condizioni potrebbe forse tornare lo stesso Miretti) che continuano a stupire nei playoff di Serie Serie C e ci sono quelli della Under 19 di Andrea Bonatti che dopo una grande Youth League si preparano ai playoff Scudetto. Miretti, però, è l’unico a vivere il futuro già nel presente. Subito brillante alla prima da titolare contro il Venezia, al punto di meritarsi i complimenti pubblici di Lippi («Mi è piaciuto molto, soprattutto per ordine e capacità di verticalizzare») e Capello («Personalità e qualità, giocatore interessantissimo»), si è ripetuto anche a Genova dove è stato tra i migliori. Tanto da alimentare qualche rammarico legato alla finale di Coppa Italia, in cui è rimasto in panchina. Rammarico significativo quanto possono esserlo le considerazioni fatte con il senno di poi dopo una sconfitta, ossia poco. Tuttavia, se la scelta della coppia Zakaria-Rabiot ha una chiara logica per compensare con la loro fisicità la possibile inferiorità numerica in mezzo al campo contro i tre centrocampisti interisti e se inserendo Locatelli Allegri ha mandato in campo il miglior centrocampista bianconero della stagione, viste le ultime prestazioni di Arthur (reduce da un problema a una caviglia), è sorto spontaneo il dubbio se all’84’ non sarebbe stato meglio inserire Miretti.

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