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Juve, Allegri tra meriti e colpe: l’analisi di una stagione di ricostruzione

La fuga di Ronaldo a fine agosto e il ko di Chiesa hanno tolto gol, la squadra è comunque cresciuta

Cosa ha funzionato

Mentalità che però il tecnico ha cambiato dopo poche settimane, al netto delle ricadute contro Sassuolo e Verona. Tanto che, se si cancellassero le prime quattro giornate, la Juventus oggi sarebbe a 3 punti dal Milan, nonostante la sconfitta con il Genoa. La squadra bianconera ha ritrovato la capacità di restare sempre dentro la partita, aggrappata a essa e al risultato anche nei momenti di sofferenza (il finale di Marassi non fa testo, a obiettivo di campionato ormai raggiunto e con la finale di Coppa Italia in arrivo). Mentalità che ha permesso di ritrovare continuità di risultati, subendo una sola sconfitta in campionato (contro l’Inter il 3 aprile) tra dicembre e maggio. Una continuità dovuta anche alla solidità difensiva progressivamente trovata da Allegri. Solidità parzialmente venuta meno dopo la sconfitta contro l’Inter che, escludendola dalla lotta Scudetto, ha avuto un certo contraccolpo sulla squadra bianconera, ma che è stata basilare nella risalita che ha portato la Juventus dal settimo posto occupato a dicembre al quarto ormai aritmetico, dopo essere stata a un passo dal rientrare nella corsa al titolo. Frustrato a livello di finalizzazione, l’altro aspetto in cui Allegri è riuscito nella costruzione della sua Juventus è la capacità di cambiare pelle a seconda di partita e avversario, variando moduli e interpreti. Mettendo ad esempio in difficoltà l’Inter nella sfida del 3 aprile con un 4-2-3-1 con Cuadrado, Dybala e Morata alle spalle di Vlahovic, alternando l’impostazione dalla difesa a due o a tre, cambiando numero e funzioni dei centrocampisti.

Primo passo

Alla fine, perso improvvisamente un giocatore da 0,83 gol a partita in Serie A a campionato appena iniziato, CR7 ovviamente, perso a gennaio Chiesa, Allegri ha comunque raggiunto a tre giornate dalla fine lo stesso quarto posto ottenuto dalla Juventus all’ultimo respiro nella passata stagione. Un risultato arrivato attraverso una progressiva crescita nell’efficacia della squadra, resa evidente dalla risalita in classifica, che rappresenta il primo passo verso il compimento della missione che la società gli ha affidato e che, proprio in virtù di quella crescita, resta ben salda nelle sue mani.

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