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Una Juve più robusta: ecco le correzioni di Pirlo

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Crotone come Roma: concesse troppe ripartenze a campo aperto. L’impatto di Morata tra le note positive

TORINO - La flemma, l’equilibrio, l’autocontrollo sono quelli di sempre e chi conosce Andrea Pirlo non si stupisce. Non sarà il pareggio di Crotone, che ha disturbato non poco la critica (del tutto assimilabile alla visione agnelliana del «mondo che non vede l’ora di commentare le nostre sconfitte»), a cambiare il carattere del tecnico juventino. Sabato il Maestro ha visto cose buone e altre un po’ meno, per altro giustificabili dal fatto che i bianconeri nell’attuale versione “lavori in corso” non solo hanno praticamente saltato il precampionato, ma nella settimana pre-Crotone non hanno mai lavorato in gruppo per via delle Nazionali e del forzato isolamento causa Covid, a parte la fugace rifinitura del venerdì. Si dirà che la Juve per dna non è abituata a trincerarsi dietro le chiacchiere, ma a guardare oltre. Oltre significa Kiev e la Champions: non è poco.

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Pirlo allo Scida ha preso nota del buon affiatamento, finché i polmoni hanno retto e il cartellino rosso è rimasto nel taschino dell’incerto arbitro Fourneau, tra Dejan Kulusevski e Federico Chiesa. Quei due lì, 42 anni in coppia, se modellati in modo tale da non pestarsi i piedi possono fare le fortune della Juventus che verrà. Lo svedese, in particolare, è piaciuto all’allenatore per il suo incessante nomadismo, che gli consente di giocare un po’ sotto punto e un po' esterno ma soprattutto gli permette di scatenare da regista offensivo una caratteristica che non gli è mai mancata: il passaggio in profondità. L’azione che ha condotto al gol dell’1-1 è paradigmatica in questo senso: Chiesa finalmente alza la testa, scatta sull’esterno e detta a Kulusevski l’assist, trasformato nel regalino ideale per Morata.

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Seconda nota lieta: l’impatto di Alvarito. Lo spagnolo è una punta atipica, è abituato a non stare mai fermo, a supportare il primo riferimento in attacco: nella Juve è Cristiano Ronaldo. Se manca CR7, l’obiettivo diventa Morata, è a lui che il pallone deve arrivare, è lui che deve giocare sul filo del fuorigioco come in occasione della rete del 2-1 annullata a Crotone dopo più di 200 secondi di revisione del Var. A qualcuno l’opportunismo dell’ex Atletico Madrid ha ricordato il senso del gol di David Trezeguet. E questa versione di Morata ha indubbiamente un effetto tranquillizzante su Pirlo, soprattutto in chiave Champions. [...]

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