Il valore dei singoli, certo. Il numero di giocatori di alto livello (praticamente tutti), ovvio. La Juventus ha però anche un’altra arma in più rispetto alle rivali, forse la più preziosa, perché è quella che permette di uscire dai momenti più difficili, quando si è sul filo del rasoio. E’ il carattere di uno spogliatoio composto non solo da grandi giocatori, ma da campioni che nel carisma, nell’esperienza e nella personalità hanno doti certo non inferiori a quelle tecniche, fisiche e tattiche. Doti con cui lo spogliatoio juventino diventa un preziosissimo alleato del proprio tecnico, aiutandolo a tenere il timone dritto tra le ondate generate da risultati negativi e dalla pressione di una tifoseria e di una critica inevitabilmente esigenti.
Chiellini, Buffon e Bonucci: che leader!
Perché per quanto bravo psicologo sia, un allenatore può entrare nella testa dei propri giocatori fino a un certo punto: oltre a quello, tocca a loro. Ed è più facile per tutti, a fianco di gente come Chiellini e Buffon, Bonucci, per citare solo quelli nominati da Maurizio Sarri nel post partita. Il secondo trofeo stagionale perso (per quanto Supercoppa italiana e Coppa Italia siano i due che contano nettamente di meno), due partite senza segnare, senza brillare e senza ringhiare avevano spinto la Juventus all’angolo alla vigilia della complicata trasferta di Bologna, con Lazio e Inter che avrebbero potuto approfittare di un passo falso per superare i bianconeri o per riavvicinarsi. Aumentando ulteriormente la pressione. Ma, come altre volte, la squadra bianconera nel momento di difficoltà ha indossato la corazza.
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