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Rabiot, la pazienza della Juve è finita

Marco Canoniero

L'assenza del centrocampista francese comincia ad infastidire il club. Tra malumori e calciomercato

TORINO - Domanda un po’ amletica e un po’ (ecce) bombastica: mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? In questo caso - nel caso di Adrien Rabiot - la seconda che hai detto. La sua assenza (dai confini nostrani) comincia a notarsi eccome. E a stridere con il contesto. L’ex del Paris Saint Germain è infatti, insieme con Gonzalo Higuain, l’unico bianconero che ha scelto di restare fuori dall’Italia mentre tutto il resto della truppa sta lavorando alla Continassa o nelle rispettive abitazioni torinesi (in ottemperanza alle direttive che prevedono 14 giorni di isolamento volontario per chi arriva dall’estero). Dubbi e complicanze circa la situazione di Higuain sono note: qualche timore legato alla situazione pandemica, la tentazione forte di restare in Argentina e le continue voci circa l’eventualità d’un ritorno al River Plate. Occorre però sottolineare - e alla Juventus di questo tengono conto - che il Pipita è alle prese anche con alcune difficoltà familiari che giustificano la sua permanenza in Argentina.

Juventus, Higuain non torna

Quanto a Rabiot, invece... Beh, di vere e proprie giustificazioni non ne risultano. Risultano semmai spifferi circa un certo stupore tendente all’insofferenza da parte dell’ambiente bianconero (dalla dirigenza allo staff tecnico) in relazione al perdurare della permanenza del giocatore in Costa Azzurra. Bene inteso: formalmente non c’è alcuna infrazione a norme o regolamenti. La Juventus non ha diramato una convocazione ufficiale e verosimilmente non lo farà fino a che ufficialmente non ci sarà una data di ripresa degli allenamenti collettivi sdoganata dal Governo, nero su bianco. Però resta il fatto che praticamene tutti gli altri juventini si siano autonomamente adoperati per anticipare quanto più possibile i tempi. A partire da Cristiano Ronaldo, che ligio-ligio si è fatto due calcoli e il 4 maggio è salito sul suo aereo privato con destinazione Torino in modo da far partire il conto alla rovescia che gli consentirà di essere eventualmente ma puntualmente a disposizione di Sarri il 18 maggio per il primo allenamento collettivo. Rabiot invece, dalla Costa Azzurra, avrebbe semplicemente dovuto montare in auto. E non l’ha fatto. [...]

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