Sarri: "Quando sei alla Juve è impossibile non amarla"
"In questo periodo di quarantena ho visto che mio figlio, musicalmente, si è avvicinato molto a me. Fino a qualche anno fa sentiva con i suoi amici roba imbarazzante. Gli dicevo di mettere musica anni '70 e mi diceva che ero vecchio. Adesso invece quando fanno le cene a casa mettono sempre musica anni '70 e gli dico che sono fortunati, perché artisti così non esistono più. È stata una bella rivincita. Poi ho rivisto un film sul calcio, su un bambino che si innamora dell'Arsenal e vive per questa squadra. Quando parla con la moglie non le parla della prossima vacanza ma della prossima stagione. Lei non dico che arriva ad innamorarsi della squadra, ma comprende il suo amore. Lui arriva a rifiutare il lavoro da vicedirettore di una scuola per lo Scudetto. Dice 'Abbiamo vinto dopo 18 anni, che me ne frega del lavoro?'. Cosa mi ha colpito della Juve? Che è circondata di amore e di odio in qualsiasi posto d'Italia. È qualcosa che si riesce a comprendere solo quando vivi il mondo Juventus. Noi siamo sempre quelli favoriti dagli arbitri, poi vedi i numeri e dicono cose diverse. Sono stato fischiato a Napoli, dove sono nato, ho dato tutto e non ho vinto solo perché sono scarso. A Firenze hanno insultato mia mamma, questo fa capire quanto odio c'è per la Juve. E questo ti fa attaccare alla squadra. Diventi gobbo. E lo fai perché ti senti ataccato e ti leghi al contesto. Poi c'è anche l'amore che si riceve ovunque, e questa è una cosa molto bella".
Sarri: "Non vivrei mai in Inghilterra, ma che bella la Premier!"
"Cosa rimpiango dell'Inghilterra? Lì danno più opportunità ai giovani, ma io al di là del calcio non ci vivrei mai, io voglio stare in Toscana e possibilmente in Valdarno, sono attaccatissimo alla mia terra. Dicevo a Zola 'Ma c***o sei sardo, come fai a vivere là?'. E lui diceva che ormai figli si erano abituati. Dell'Inghilterra mi manca il calcio, la Premier, l'atmosfera che si vive. In un anno non ho mai sentito un coro contro, solo un grande tifo per la propria squadra. E questo si ripercuote fuori lo stadio, dove i tifosi, anche avversari, arrivano tutti insieme, quelli dell'altra squadra ti chiedono l'autografo. Non c'è mai differenza se giochi campionato, FA, Coppa d'Inghilterra o in Europa, gli stadi sono sempre pieni e sono bellissimi, così come tutte le strutture".