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La Juve spera in maggio: le possibili tappe per ripartire

La società mette la sicurezza davanti a tutto, ma studia anche come tornare al lavoro nella migliore delle ipotesi. A metà aprile potrebbe essere richiamato chi è all’estero e dovrà restare isolato 14 giorni

TORINO - Nel migliore dei casi potrebbe essere la festa del lavoro a preannunciare la ripresa del lavoro per la Juventus. Un primo maggio che avrebbe contemporaneamente il sapore amaro della tragedia che l’Italia e il mondo stanno vivendo e quello dolce del sollievo per essersi lasciati l’incubo Covid-19 alle spalle. Perché è chiaro che se la squadra bianconera e le altre dovessero riprendere ad allenarsi a pieno regime a inizio maggio sarebbe solo perché l’emergenza è finita. Questo, oggi, è l’unico punto fermo: il calcio ripartira solo quando e se ci saranno le condizioni per farlo in sicurezza e la società bianconera non ha la minima intenzione di forzare la mano in senso opposto. Anzi, il recente accordo con i giocatori per il taglio degli stipendi testimonia come il club tenga in considerazione anche l’ipotesi di un’interruzione definitiva della stagione. Al tempo stesso, però, società e squadra vogliono essere pronte nel caso potessero riprendere a inseguire Champions, campionato e Coppa Italia.

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