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Cristiano Ronaldo: "Alla Juve il gol più bello della mia carriera"

Nell'intervista a DAZN il portoghese racconta le emozioni vissute dopo la rete segnata con il Real Madrid allo Stadium

Il test di Rorschach

Arriva il momento del Test Rorschach. A Cristiano Ronaldo viene mostrata un'immagine, lui deve rispondere con la prima cosa che gli viene in mente. La prima immagine è la coppa vinta agli Europei con il Portogallo: "Il trofeo più importante che abbia vinto in carriera, quello con la mia Nazionale. Campione d'Europa con il Portogallo. Ho riso, ho pianto, ho fatto l'allenatore, ho sofferto, ho pianto. Mi sono ubriacato dopo la gara. Ho pianto così tanto da finire disidratato. E ho bevuto un solo bicchiere di champagne ed ero un po' brillo. Ma è la verità. Di solito non bevo, ma quel giorno era talmente speciale. Si tratta del titolo più importante per me... speciale". La seconda immagine è quella del gol in rovesciata alla Juve, definito il più bello della sua carriera. La terza è di lui con la madre dopo aver vinto il campionato: "Lei era allo stadio con me, anche quello è stato un momento speciale. Quando abbiamo vinto lo Scudetto, sono stato il primo giocatore della storia a vincere il campionato in tre differenti Paesi. Come dico sempre: un trofeo è sempre un trofeo e io amo vincerli. Il rapporto con mia madre? Una mamma ovviamente è sempre felice quando suo figlio vince qualcosa, lei è una persona solare, mi segue sempre, è stata a Torino, è venuta molte volte ed è molto contenta. Come si comportava con me? Prima mi metteva un po' più di pressione, mi ricordo che quando giocavo in Spagna mi diceva 'Cristiano, domani devi segnare un gol, è una partita importante di Champions League e devi segnare"' e io dicevo 'Ok, mamma, ma è più importante vincere la partita'. E lei 'sì, ma tu devi segnare'. Così mi metteva pressione, ma capisco il motivo. Ora imvece si preoccupa di più di come sto, se sto bene, se non sono infortunato, di come stanno i miei figli". Ora è cambiata, prima era molto più ansiosa". Infine una domanda sul suo modo di allenarsi: "Sì, mi diverto sempre perché questo è ciò che amo fare. Giocare a calcio, mantenere il mio livello, essere in forma, che è la cosa che conta di più. E soprattutto divertirmi. Se non ti diverti, se non ami ciò che fai, è dura. io faccio ciò che amo, spero che ognuno al mondo faccia ciò che ama. So che molti ci provano a realizzare ciò che amano, ma non hanno le giuste opportunità. Io faccio quello che mi piace e sono pagato per farlo. Certo, ci sono alti e bassi. Ma mi reputo una persona felice. La gente ti critica, fa parte del gioco. Devi restare positivo, perché il calcio va così: ti criticano e ti applaudono. Per me è normale, non è un problema. Io so chi sono, so cosa farò e che alla fine mi diranno 'bravo'. Va così da sempre, ogni anno". Prima di salutarlo, Diletta Leotta gli regala dei gemelli a forma di racchetta da ping pong: "Dopo il calcio è il secondo sport in cui sono più bravo. Questa è la prima volta che ricevo un regalo del genere, davvero molto originale".

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