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Aluko: "Trattata come Pablo Escobar, scappo da Torino: ho percepito razzismo"

Juventus FC via Getty Images

Pesanti accuse della bomber delle Women che sta per lasciare la Juve: «E’ una città molto indietro nell’accettare le diversità»

La Juventus e le sue compagne ne escono benissimo, Torino e i suoi abitanti massacrati ma, d’altra parte, dicono che Eni Aluko, bomber anzi ex bomber delle Women, abbia un carattere che non conosce le sfumature e sono fosche le tinte con cui dipinge la città nella quale ha vissuto nell’ultimo anno e mezzo. «A volte Torino sembra un paio di decenni indietro rispetto all’apertura verso diversi tipi di persone», scrive nella sua rubrica settimanale sul quotidiano inglese The Guardian, una lettura sofisticata e che tratta lo sport osservandolo spesso dall’angolazione sociale.

Aluko, addio amaro alla Juve: "A Torino c'è razzismo"

Aluko: "Trattata come Pablo Escobar"

E il suo pezzo è una serie di mazzate: «Mi sono stancata di entrare nei negozi e avere la sensazione che il titolare si aspetti che rubi qualcosa. Può capitarti tante volte di arrivare all’aeroporto di Torino ed essere trattata come Pablo Escobar per via dei cani anti-droga intorno a te. Non ho mai avuto problemi di razzismo dai tifosi della Juve né in campionato, ma c’è un problema nel calcio italiano e in Italia. La risposta che viene data mi preoccupa: dai presidenti ai tifosi del calcio maschile che lo vedono come parte della cultura del tifo». Ahinoi, Aluko tocca un tasto dolente, soprattutto in questo momento storico nel quale la battaglia all’inciviltà razzista è quanto mai viva nel Paese.

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