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Sarri, quando a Empoli si convertì al trequartista

LaPresse

Con il Brescia il tecnico ha rispolverato un sistema che aveva fatto brillare il suo Empoli: il giocatore chiave allora fu Saponara

Sarri spiegava: "Poi ho capito che è essenziale cercare di far rendere al massimo i giocatori secondo le loro caratteristiche"

Spiegava Sarri: «Maccarone e Tavano sono due giocatori che mi hanno fatto abbandonare il sistema di gioco che ho sempre amato, il 4-2-3-1. In passato, sono sincero, ero abbastanza rigido sull’organizzazione tattica. Però poi ho capito che è essenziale cercare far rendere al massimo i giocatori secondo le loro caratteristiche. Soprattutto se sono determinanti per la squadra. E i nostri due attaccanti lo sono. Infatti, sono due punte atipiche: una ama giostrare sul centro destra, l’altra più a sinistra. Non hanno molta attitudine a raccordare il gioco coi centrocampisti. Ci serviva un trequartista. E quel trequartista c’era: Saponara. Un elemento che si è poi dimostrato un lusso per la categoria. Un trequartista completo, che sa rifinire, attaccare gli spazi, concludere ed è molto dotato dal punto di vista aerobico (una descrizione che si addice anche a Ramsey, con le dovute proporzioni, naturalmente). Un calciatore che ben si integrava con gli attaccanti e che ci permetteva di schierare Valdifiori come vertice basso del triangolo di metà campo, una posizione che lo valorizzava di più rispetto a quella di centrale in un 4-2-3-1. È stata una bella evoluzione, ci siamo divertiti tutti a metterla in pratica e abbiamo ottenuto risultati importanti con il 4-3-1-2».

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