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Diretta Sarri alla Juventus: "Ronaldo? Con me altri record. Champions nostro obiettivo"

Le prime parole del tecnico bianconero: "Essere qui è il coronamento della carriera. Io un traditore? Ho dei messaggi..."

Cosa si aspetta quando tornerà al San Paolo: "So sola una cosa: se mi applaudono è una manifestazione di amore, se mi fischiano è una manifestazione di amore".

Cosa pensa dei cori razzisti? “E’ chiaro che i miei pensieri non possono cambiare cambiando società. E’ ora di smetterla ed è giusto anche fermare le partite”.

Cosa ricorda dell’assalto a palazzo? “Per me rappresentava la conquista dello scudetto. Lo volevamo a tutti i costi, eravamo convinti e siamo arrivati fino a 10 giorni in corsa. Non è finita come volevamo ma è stato bello”. 

Cosa pensa del motto “Vincere è l’unica cosa che conta”? “Io ho vinto poco e del vincere posso dire poco. Però credo che una squadra in campo non debba pensare solo a vincere. Credo che divertendosi la squadra sviluppi quell’euforia collettiva che aiuta anche a fare risultato. Divertirsi non significa essere frivoli, ma bel gioco e vittoria si possono coniugare. Nel calcio si vince in tanti modi”. 

Ronaldo e Dybala possono giocare centravanti? “Con quelle qualità possono giocare in qualsiasi ruolo. Cambia l’interpretazione e la squadra deve adeguarsi”.

C’è un po’ di scetticismo, che effetto le fa? “L’ho sempre trovato e conosco un solo modo per allontanarlo: vincere e convincere”.

Che effetto le ha fatto la Juve? Ha in mente qualcosa per Ronaldo? “Della Juve mi ha impressionato la compattezza, mi è bastata qualche cena. E l’unità tra le persone è importante perché è quella che ti fa dare l’1 per cento in più. Quanto a Ronaldo, ho avuto un giocatore che ha fatto il record di gol in A, mi piacerebbe averne un altro”.

Paratici, questa scelta è un cambio di mentalità? “Alla Juve conta sempre vincere. La scelta non è stata fatta per il gioco o i risultati, ma perché avevamo visto quella spinta che c’era prima un po’ allentata e abbiamo deciso di cambiare. L’obiettivo è sempre vincere”.

Alcuni giocatori l’hanno dipinta come traditore. “Ho messaggi che rimettono le cose a posto. Chiaro che un giocatore in pubblico deve adeguarsi all’ambiente in cui vive. Io ho sempre dato tutto per tutte le mie squadre e lo farò ancora”.

Ora è l’allenatore di quello che indicava come potere costituito. E quelle querele sul suo accostamento alla Juve sono partite? “Quelle querele erano per una notizia non vera (un incontro, negli anni scorsi, ndr), non riguardo alla Juventus. Quanto alla lotta alla Juve, per tre anni mi sono alzato ogni mattina col pensiero di batterla: tutto quello che ho fatto, con mezzi e modi anche sbagliati, è per me intellettualmente apprezzabile, fatto per battere un avversario che alla fine non puoi non apprezzare. L’avversità sportiva poi finisce”.

Che effetto fa il pensiero di allenare Ronaldo? “E’ un’altra escalation. Ho allenato giocatori sempre più forti, ora sono al top. Ronaldo ha quasi tutti i record, mi piacerebbe fargliene battere un altro”.

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