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Juve, il decalogo di Allegri

Forse la grande rimonta della sua seconda stagione bianconera aveva connotati più esaltanti, ma quest’anno la gestione della squadra, delle energie e dei fuoriclasse mondiali a sua disposizione ha rasentato la perfezione assoluta

7. I RAPPORTI CON LA DIRIGENZA - Si definisce aziendalista e ha ragione, perché basta chiedere a Beppe Marotta e vi dirà che è l’allenatore ideale per chi vuole avere mano libera sul mercato. I dirigenti comprano e vendono, lui riassembla con quello che gli portano come un grande cuoco che apre il frigo e si arrangia con quello che c’è (va detto, comunque, che nel frigo bianconero Allegri ci ha trovato quasi sempre caviale e aragoste). Ma Allegri va oltre dall’accontentarsi, si sente parte del gruppo dirigente, ne condivide gli obiettivi che partecipa a fissare. Non c’è un rapporto dialettico con il quale trovare un compromesso, ma un’autentica collaborazione che viene percepita dalla squadra come solidità del club. E’ forse uno dei fattori più innovativi del lavoro di Allegri.

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