TORINO - Domani, intanto, potrebbe incrociare nuovamente Medhi Benatia, uno dei tanti «bros» (fratelli) di cui il marocchino s’era circondato nei gloriosi anni (due, la metà del terzo un po’ meno) juventini. Ma il saluto con l’ex compagno in bianconero sarà solamente uno dei mille motivi per cui Paulo Dybala attende con la giusta frenesia l’amichevole prevista in prima serata a Tangeri. Ok, l’Argentina è chiamata a dare segnali di risveglio dopo il flop di Madrid contro il Venezuela. A proposito di amicizie: anche al Wanda Metropolitano la Joya ha incassato un attestato di fratellanza, dal granata Tomas Rincon («Non può restare in panchina»).

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Ma la partita di domani sarà anche un primo test - in assenza dell’infortunato Leo Messi, per giunta - in vista della fase bollente della stagione. Bollente, perché in gioco non c’è unicamente la Champions League corteggiata da oltre quattro lustri, oltre al resto di un campionato che sembra aver pochino da raccontare e con vista sulla Coppa America in Brasile, ma la stessa collocazione del fantasista argentino nello scacchiere bianconero. Nel senso che l’ex Palermo è perfettamente al centro dell’universo juventino, negli uffici presidenziali della Continassa non c’è voglia di mettere sul mercato un campionissimo del genere, però la stagione in corso sta prendendo una piega ancora migliorabile.

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