TORINO - Cristiano Ronaldo? Va bene. Anzi, benissimo. Però nella Juventus che insegue successi e record c’è qualcuno che, di un solo soffio, riesce a fare meglio. Questo qualcuno è Mario Mandzukic, che sta vivendo la stagione della perfetta maturità. Perché se in quella del debutto, nel 2015-16, si era presentato con 10 gol (suo record in Italia), in quella attuale si sta dividendo tra reti (4) e assist (2) in proficuo equilibrio. In più, distribuendoli nei 526 minuti finora disputati, ogni 88’ propone qualcosa sottoporta, un dato che, per due minuti soltanto, lo rende più bravo di CR7. Il portoghese ha segnato quanto il croato, realizzando due assist in più. Un totale di otto che però, suddiviso sui 720’ in campionato, danno un gol o un assist ogni 90’.

ELEMENTO PREZIOSO - Mandzukic è sempre stato considerato fondamentale da Massimiliano Allegri, fin dal giorno del suo arrivo dall’Atletico Madrid. Perché il croato non è solo attaccante vero, di quelli vecchio stampo, coraggiosi e sostanziosi in area. Ma è anche un elemento che sa adattarsi alle esigenze del suo allenatore, soprattutto quando c’è stima reciproca come accade in bianconero. Questa è stata una delle molle che ha spinto Mandzukic ad accettare il sacrificio di trasformarsi in esterno quando Allegri, il 22 gennaio 2017, decide di affidarsi a un 4-2-3- 1 estremamente offensivo al momento di cambiare il cammino in campionato. (...)

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