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Buffon: «Sabato l'ultima partita con la Juventus. Il futuro? Ho proposte stimolanti»

L'annuncio del portiere bianconero, al fianco del presidente Agnelli durante la conferenza stampa all'Allianz Stadium

LA FESTA DI SABATO - «Voglio viverla normalmente, proprio come sono abituato a vivere io i grandi eventi e le situazioni pregne di sentimenti. Non chiedo niente se non quello che mi è già stato dato: rispetto, stima, affetto, il sentire che sono stato sempre percepito come uno della Juve, uno da Juve. E questa è la più grande vittoria, poi per le celebrazioni non sono il più adatto: già da bimbo ai compleanni non volevo sentirmi al centro dell'attenzione. Tutto quello che ci sarà fino a sabato sarà il ricordo più bello e le cose che mi porterò via, con grande gelosia. Di altre manifestazioni non ho bisogno: ne ho già avute tante».

UN ANNO DA VICE SZCZESNY? NO - «Con Andrea abbiamo parlato di tutto negli ultimi sei mesi. Ma per un giocatore come me che si è sempre professato juventino e ha sempre sottoscritto con forza il modo di pensare e programmare della Juve è cosa buona e intelligente capire quando è il momento. Anche perché la Juve ha un portiere di 27 anni che vale me: “Tek” sarebbe costretto a subire continuamente paragoni inutili e che mi metterebbero disagio. E io non posso vivere questa situazione alla Juve. La fine è stata talmente bella e condivisa che più di così cosa voglio? Nulla, mi sento una persona davvero fortunata».

IL CICLO CONTINUA - «Sarebbe gravissimo se pensassi che sabato si chiuderà un ciclo per la Juve, sarei da rinchiudere se pensassi che la Juve non vincerà più. Di sicuro l'unica parte imprescindibile di questa Juve è la Famiglia che da 95 anni guida questa squadra con l'inequivocabile forza dei risultati. Io sono stato una parte importante, ma piccola, di questa Juve. E la Juve che sa programmare sapeva che ci sarebbe stato il mio addio. E la Juve senza di me continuerà a vincere, magari anche di più. Sono certo che prima o poi arriverà il raggiungimento di obiettivi anche più ambiziosi».

LA FASCIA A CHIELLINI - «A Giorgio non posso dare consigli, con lui abbiamo vissuto in simbiosi per 13 anni nello spogliatoio e in campo sviluppando la giusta modalità con cui si arriva ai risultati. E Giorgio incarna perfettamente il capitano della Juventus, gli faccio un in bocca al lupo speciale e ricco di affetto. Fra i traguardi da me raggiunti c'è anche quello dell'imbattibilità, ma gran parte di quel primato lo devo ai miei compagni e soprattutto a uno come Giorgio che è sempre stato un riferimento e una ceretzza per me che vedevo la squadra da dietro. Lo ringrazio di cuore, sono sicuro che non mi farà rimpiangere e farà del suo meglio per soddisfare le esigenze della Juve e della tifoseria».

GIGI THE BEST - Chiude, poi, Agnelli: «In questo calcio globale che cambia continuamente io voglio ricordare che le bandiere esistono. Gigi lo è e passa il testimone a chi è alla Juve da 13 anni ed è anche lui una bandiera. Lo dicevo che Gigi è anche timido: quando parlava dei cent'anni della nostra Famiglia, non ha detto che lui ne ha vissuto circa il 20%, è un pezzo importante. E circa 30 trofei che ora sono al Museo hanno il suo nome. Sono numeri che danno la dimensione di Gigi. Ci ha emozionato il fatto di averlo con noi, si merita un grandissimo applauso». Una mini-standing ovation in sala conferenze, aspettando la festa di sabato.

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