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Juventus, una plusvalenza all'anno per restare nella top 10 d'Europa

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L'analisi della banca d'investimento Imi: bisogna vendere ogni anno un campione per mantnere i ricavi degli ultimi due anni

TORINO - Ne avevamo parlato un mese fa: per controbilanciare i minori introiti dal market pool e, in futuro, dai diritti tv la Juventus ha intensificato la politica delle plusvalenze nel mercato invernale, sfruttando l’ampio parco giovani. A gennaio le cessioni hanno generato plusvalenze nette per 18,2 milioni che, unite a quelle estive, portano il totale a 92,25 milioni. E proprio sulle plusvalenze ha puntato il dito il report annuale della Banca Imi, l’istituto di investimenti del gruppo Intesa San Paolo, che ha analizzato il bilancio del club bianconero. Gli analisti sostengono che per restare nella top ten della Money League (la tradizionale classifica dei ricavi dei club europei stilata da Deloitte) la Juventus deve realizzare plusvalenze importanti ogni anno. Il che significa sacrificare un campione a stagione: nell’estate 2016 è toccato a Paul Pogba, l’anno scorso a voler andare via è stato Leonardo Bonucci, adesso bisognerà vedere chi - dell’attuale rosa - è destinato ad andare “in nomination” la prossima estate e permettere al club di mantenere alta la quota derivante dalle plusvalenze.

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