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Portanova, il numero dieci atipico

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Tuttocampista della Primavera strappato alla Lazio (e alla concorrenza di Chelsea e altre big): cresciuto nel segno di... Sturaro

TORINO - Ci sono giovani talenti che crescono nel segno di Del Piero o Totti, di Baggio o Zidane. C'è chi poi pur formandosi da numero dieci atipico guarda alla sostanza e al lavoro sporco, nel senso più puro del termine. È il caso di Manolo Portanova, ad esempio. Centrocampista classe 2000, arrivato alla Juve proprio quest'estate dalla Lazio e da anni nel giro delle Nazionali giovanili. Che nel suo interpretare il ruolo di tuttocampista, all'insegna della quantità ma anche di una qualità non certo tipica dei “medianacci”, ha un punto di riferimento ben preciso per quel che riguarda la Juve dei grandi: non è Paulo Dybala né Miralem Pjanic, bensì Stefano Sturaro. Esempio di impegno e abnegazione, di spirito di sacrificio e di squadra. Un esempio da seguire che la dice lunga sul proprio modo di intendere il calcio, testa bassa e pedalare per il ben del gruppo. Con quell'idolo che fin da bambino per lui non poteva che essere papà Daniele, roccioso difensore centrale che ha saputo anche fare la fortuna di diversi fantallenatori durante i suoi trascorsi tra Siena, Bologna e Genoa grazie al suo vizio del gol. Ex calciatore ma soprattutto papà sempre presente, con il quale Manolo ha saputo instaurare un rapporto intenso e positivo: anche in questa prima fase della sua avventura in bianconero, a bordo campo o in tribuna, Portanova senior non manca mai.

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