TORINO - Ci vuole fegato e anche un pizzico di incoscienza per entrare a freddo, eppure con determinazione e senza paura, per di più a 20 anni. Rodrigo Bentancur è appena alla seconda presenza in Champions League nella sua vita: nonostante la data sul passaporto e l'inevitabile inesperienza, l'uruguaiano se la gioca da veterano e con il piglio di chi vuol comandare le operazioni di centrocampo. Magari non avrà la gamba brillante del Khedira in stato di grazia e non può possedere la velocità di pensiero calcistico di uno scienziato del pallone come Pjanic, però l'ex Boca piace anche stavolta, nell'ennesimo banco di prova da superare. Max Allegri si prende un rischio inevitabile, complice l'imponderabile ko di Pjanic, però non ha nemmeno bisogno di chiedere a Bentancur “te la senti?” perché glielo si legge negli occhi che è nato per sfide di questo tipo. Del resto è un ragazzo forgiato dalla Bombonera e da un calcio argentino che sa temprare i calciatori.

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