TORINO - Le parole di Gigi Buffon non sono mai banali: «Sono orgoglioso di non essere come chi ha fatto i caroselli dopo la finale di Cardiff», ha dichiarato il portierone della Juventus e dell'Italia nella conferenza stampa prima della partita contro il Liechtenstein a Udine per le qualificazioni ai Mondiali di Russia 2018, e subito è montata la polemica nel vasto mondo anti-juventino. A far scatenare la polemica, più che le frasi in sé del capitano bianconero, è stato un vecchio fermo immagine datato 2013 che mostra Buffon, durante i festeggiamenti per la vittoria del campionato, con in mano uno striscione: «5 maggio godo ancora», riferimento al famoso scudetto 2001/2002 perso dall'Inter all'ultima giornata a Roma, in casa della Lazio, e proprio a vantaggio della Juve.
Juventus, Buffon: «Potrebbe essere l'ultimo anno»
LA DIFFERENZA - «Nel calcio esistono le vittorie e le sconfitte. Sono convinto che dalle sconfitte si impari molto di più che dalle vittorie e per questo fatico ad accettare gli atteggiamenti di chi tifa contro la Juventus a prescindere»: sentendo queste parole del portiere della Nazionale e riguardando le immagini dello sfottò sul 5 maggio 2002, sui social si è sollevato il solito polverone indistinto di levate sugli scudi e richiami all'ipocrisia di Buffon. Premettendo che chiunque è libero ovviamente di vedere le cose a suo modo, va però sottolineata un'evidenza da molti ignorata: Buffon non esultava contro l'Inter, esultava per una vittoria della Juventus avvenuta contro una squadra avversaria nonché storica rivale. Festeggiare i propri successi dovrebbe essere ancora permesso, o no?!...