Per chi non l'avesse capito, il rapporto fra Leonardo Bonucci e Massimiliano Allegri è tutt'altro che idilliaco. Anzi si può dire che sia piuttosto ruvido. Non c'è una ragione particolare dello scarso feeling o un caso scatenante, ma soprattutto non c'è neppure motivo di scandalizzarsene troppo. Avere un rapporto di stima e simpatia con il proprio capo è cosa buona e giusta, ma non indispensabile al funzionamento di un gruppo di lavoro e soprattutto piuttosto rara. A questo si aggiunga una spiccata (e pubblicamente nota) veemenza del carattere di Bonucci, poco incline alle ipocrisie da compromesso, e la tendenza a esprimere in modo diretto i suoi pensieri, giusti o sbagliati che siano. Così si completa il quadro nel quale incorniciare lo “scazzo” fra il difensore e l'allenatore che ha incendiato gli ultimi cinque giorni della Juventus. Per altro non è la prima volta che Bonucci si scontra con il proprio tecnico: era capitato anche con Antonio Conte, ma il rapporto fra i due era diverso e la soluzione dei diverbi (mai avvenuti in pubblico) è sempre stata meno appariscente.