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Zoff e Rossi? Juventus, Buffon vale di più

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L’imbattibilità di Gigi arriva senza retropassaggi ma con tempi di recupero e tre punti a vittoria

TORINO - Dino Zoff parava in un’epoca in cui erano consentiti i retropassaggi al portiere. Sebastiano Rossi quando ancora c’erano i due punti a vittoria. Tutti e due non hanno mai giocato più di un paio di minuti di recupero complessivi. Ecco tre buone ragioni per dire che il record di Buffon, attualmente al terzo posto nella particolare classifica dei minuti di imbattibilità, vale comunque di più di quelli dei due portieri che lo precedono. Il che, chiariamolo immediatamente, non significa mettere in discussione una leggenda come Dino Zoff (secondo con 903’ senza reti subite), né il suo straordinario spessore tecnico. Così come non si vuole sminuire la portata del primato di Sebastiano Rossi, che con il Milan dei record di Capello, non prese gol per più di dieci partite consecutive (i famosi 929 minuti che Buffon potrà superare se rimane imbattuto contro il Sassuolo e nei primi 4’ del derby). Il fatto è che i record vanno contestualizzati nella loro epoca e i cambiamenti, a volte radicali, nel gioco del calcio possono sballare i confronti, provandoli di un reale senso tecnico. Rimane il puro fatto statistico (che, attenzione, non è mai secondario nello sport), ma non si può realmente pesare la bravura di un calciatore che giocava con regole e scenari diverse rispetto.

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LE RIVOLUZIONI - La classifica dei minuti di imbattibilità dei portieri è un caso abbastanza lampante. In questo momento i tifosi seguono con curiosa passione il “tentativo” - diciamo così - di Buffon che sta andando all’assalto del primo posto e che venerdì contro il Sassuolo potrebbe già superare il monumentale Zoff che, in teoria, potrebbe aver già superato se si tenesse conto dei minuti di recupero disputati da Buffon ma non conteggiati. Già, perché per rendere comparabili i record del passato con quelli attuali si decurtano i minuti di recupero: una decisione che fa discutere, perché Buffon quei minuti li gioca eccome e rischia di prendere gol. Il fatto è puramente tecnico: solo dal 1995 l’arbitro segnala in modo ufficiale il numero di minuti da recuperare al termine del primo e del secondo tempo. Pur essendo più vecchia la regola di allungare le partite se, durante i 90’ regolamentari, ci siano state delle perdite di tempo, solo da vent’anni si può quantificare e calcolare il recupero. Ecco perché gli statistici vanno in crisi nel calcolare gli effettivi minuti senza subire gol dei portieri che hanno stabilito i record prima del 1995.

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