TORINO - «Mi avete visto: e se non mi fate morire voi... (risata)». Stephan Lichtsteiner era stremato dopo il fantastico rientro con gol in Champions di Moenchengladbach - la prima partita dopo l’operazione al cuore del 2 ottobre - ma aveva ancora tanta voglia di scherzare. Tra una battuta e l’altra anche confessioni toccanti: «Certamente prima dell’operazione ho pensato a molte cose, anche che non avrei potuto più giocare. Con una moglie e due bimbi piccoli avevo molti pensieri. Non è stato un momento facile. Ma ho avuto un gran supporto da parte della famiglia, dei compagni, degli amici, dei tifosi della Juve e anche di quelli di altre squadre. No, alla mia bimba più grande, che ha quasi 5 anni, non ho spiegato quanto mi stava accadendo. Lei, però, mi vedeva sempre a casa ed era contenta. Tanto che quando sono venuto in ritiro per la Champions mi ha chiesto perché me ne andassi. Io le ho risposto che cominciavo a giocare a calcio».
STRINGERE I DENTI - «In campo è andata bene - ha spiegato il terzino svizzero -. Anche se dopo due allenamenti con la squadra non sono ancora al cento per cento della forma. E’ stato importante non tirarsi indietro per dare una mano al gruppo che non è nel suo momento più brillante. Stiamo facendo più fatica degli altri anni. E’ importante stringere i denti, anche rischiando di fare una brutta figura perché non si è al top».
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