TORINO - Non ci credono, ma la ammirano: la Juventus dovrà smentire i media di tutto il mondo, che si aspettano di celebrare il triplete del Barcellona «troppo più forte e con campioni letali per la pur volenterosa squadra di Allegri». Dagli spagnoli ai cileni, dagli americani agli inglesi, passando per serbi, brasiliani e francesi: sono pochi quelli che pronosticano la Juventus, trattata con stima e simpatia, ma poco credibile ai loro occhi come potenziale vincintrice della Coppa più importante che esista per i club.

LE LEZIONI - E tornano in mente situazioni del passato, anche recente, nelle quali si è trovata la nostra nazionale, spesso bistrattata dai media internazionali, pronti a criticarla (spesso per il gioco) e a darle poca fiducia in chiave vittoria finale. Peccato che la storia abbia riservato severe lezioni a chi ha sottovalutato gli azzurri. Anzi, il paradosso è che l’Italia ha vinto proprio quando la fiducia era ai minimi storici: nel 1982 e nel 2006.

COME LIPPI E BEARZOT - E questa Juventus, dall’animo azzurrissimo, potrebbe ispirarsi proprio alle nazionali di Bearzot e Lippi (con la quale condivide fascinosamente il luogo della finale), prendersi lo sfizio si smentire i media di tutto il mondo che sarebbero costretti a celebrare l’ennesimo miracolo italiano, proprio mentre preparavano la celebrazione del triplete blaugrana e l’ennesima incoronazione dell’imperatore Messi.

Cornacchia-Vaciago

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