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Juventus, Pessotto: «Cori contro di me? Vogliono colpire il club»

Juventus, Pessotto: «Cori contro di me? Vogliono colpire il club» LaPresse
Il team manager della Primavera bianconera: «L'amarezza è vedere tante persone che non amano il calcio quanto lo amiamo noi e provano a rovinarlo»
TORINO - "Mi ha salvato il cielo. Ci ho pensato molto, dopo quando è accaduto, e se davvero c'è stato lassù un disegno positivo per me, ne devo approfittare. Di sicuro c'è in me l'immagine che mi abbiano ripreso per i capelli. Non credo sia tutto predeterminato, ma che ci sia un progetto su ciascuno di noi e che ci sia anche del nostro, nelle nostre scelte". Gianluca Pessotto, team manager della Primavera della Juventus, a quasi 10 anni dal drammatico incidente, si è racconta in esclusiva stasera su Tv 2000. "La fede mi ha accompagnato in tutto il mio percorso. Anche perché, la famiglia mi ha insegnato questo - ha aggiunto l'ex terzino -. Nei limiti di un mondo che viaggia alla velocità della luce ho sempre cercato di fare qualcosa e probabilmente il mio percorso allora non era stato completato. C'è ancora tanto da dare. La vita ti mette a dura prova, di fronte a prove che non ti aspetti, sta a noi vivere meglio prima e dopo". Pessotto ha ricordato anche quando i giocatori della Nazionale azzurra gli hanno portato la Coppa del mondo conquistata a Berlino 2006 in ospedale. "È stato per me un momento molto importante, un gesto di grande affetto che il mio mondo mi ha tributato. Io non l'ho visto - racconta - me lo hanno raccontato dopo. È stata molto bella anche la reazione incredula di medici e pazienti. Un'emozione unica".

CORI OFFENSIVI - Spesso Pessotto è bersaglio di cori offensivi negli stadi. "Provo amarezza, perché amo questo sport: immagino - ammette - uno stadio pieno di bambini che tifano per la propria squadra, mischiati, senza problemi. L'amarezza è vedere tante persone che non amano il calcio quanto lo amiamo noi e provano a rovinarlo. Mi fa sorridere il fatto che ho ricevuto più cori contro quando ho smesso di giocare rispetto a quando giocavo. Da giocatore ero apprezzato trasversalmente dai tifosi, anche nei momenti più difficili della carriera. Oggi pensano di colpire la Juve attaccando me". Pessotto ha confessato di avere il "desiderio di incontrare Papa Francesco, di vederlo da vicino. Ho avuto il piacere di incontrare Papa Wojtyla per il Giubileo 2000, è stata un'esperienza unica. Papa Francesco gli si avvicina molto per carisma, umiltà, dolcezza".

ESEMPIO JUVE - Infine, la Juve, tornata grande da alcuni anni, dopo la bufera Calciopoli. "Credo che la Juve sia un esempio - spiega -. Al di là del risultato sportivo, si leggono tra le righe tanti elogi per il suo percorso: quello che è riuscita a fare dal 2006 è incredibile. Lo dico non da juventino, ma avendo lavorato all'interno in questi anni, perché una società distrutta è riuscita in poco tempo a tornare in vetta in Italia e giocarsi oggi la semifinale di Champions. Nel settore giovanile della Juventus abbiamo molta considerazione delle regole di squadra, per il rispetto, la determinazione, la voglia di crescere e di imparare, l'umiltà, che sono principi fondamentali anche al di fuori dello sport. Il mio ruolo di dirigente del settore giovanile? Il nostro compito è preservare i giovani che non faranno i calciatori, perché pochi di loro diventeranno prof. ad alto livello. Dobbiamo tutelare gli altri. In questo modo aiutiamo a gestire la carriera ai pochi che ce la fanno".

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