Erano gli anni, Tacconi, delle frecciate di Zeffirelli e delle repliche dell’Avvocato.« Sì, ma a parole nel calcio non si vince niente. Zeffirelli ha parlato tanto, ma non ha vinto un tubo. E ve lo dice uno che con la Juve da giocatore ha vinto tutte le Coppe internazionali possibili: siamo in 5 o 6 al mondo ad avere questo primato. Invece non trovo mai Zeffirelli in queste classifiche».
Juve-Fiorentina, trittico di fuoco.
«Platini mi ha già invitato per la finale dell’Europa League a Torino. Ha telefonato a una dozzina di noi bianconeri, tutti ex compagni. Speriamo che quel giorno ci sia anche la Juve: non mi fregherebbe niente di veder giocare altre squadre. Resterebbe la presenza Michel. Mi fa sempre piacere andare al ristorante con Platini, un amico. Ma quella sera non vorrei andare a Torino solo per una cena».
Platini punta alla poltrona della Fifa.
«Sì, diventerà presidente. Magari avrà da sottostare a qualche compromesso pure lui, ma di sicuro farà qualcosa di buono. Dopo Blatter, che non capisce niente e non ha mai giocato a calcio, con Platini finalmente avremo una svolta».
Conte contro Montella.
«Il viola sa cosa l’attende: “E’ la peggior squadra che potessimo incontrare”, ha già detto. Montella ha giocato, ci capisce: questa Juve schiaccia i sassi».
Però in Europa Conte è solito adottare il turnover.
«Ma la vera differenza la fa la mentalità. E rende la Juve sempre favorita. La mentalità vincente la formano la società e Conte. Conte è uno che ti rompe le palle dal mattino alla sera: e se sbagli sei fuori. E pure la società non guarda in faccia nessuno: “Io ti do un milione di stipendio, ma tu me ne devi dare indietro 3, di milioni, sotto forma di rendimento”. Così pensano alla Juve. Non è mica una squadra normale. Guarda sempre oltre. Ecco la mentalità vincente».
Con Conte ha giocato assieme nel 1991-’92.
«Era un cane. All’inizio mi domandavo: “Ma chi diavolo abbiamo comprato?”. Era un cane come il primo Brio. Ma Trapattoni plasmò anche Conte. Lo teneva fino a notte a fare palleggi e stop di palla. Sembrava un giocatore mediocre, Antonio. Deve dire grazie al Trap: e l’ha sempre detto, difatti. Comunque anche lui aveva qualcosa di speciale: ha sofferto, resistito. Ed è emerso. Conte ha sempre ragione, anche nella polemica con Capello. Un conto è il calcio del passato, un conto è l’attualità. E’ un calcio molto diverso, quello di oggi. Poverina, la moglie di Antonio: per poter vedere un film, deve sperare che il marito sia in ritiro. Perché se è a casa guarda una partita dopo l’altra. Su tutte le tv che hanno. Anche in bagno».
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